placche tettoniche
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Per anni, gli scienziati hanno osservato con curiosità il fenomeno del sollevamento dei continenti, un processo lento ma potente che ha portato alla formazione di alcune delle caratteristiche geografiche più imponenti del pianeta. Altipiani elevati come quelli dell’Africa meridionale e le imponenti scogliere che circondano regioni intere sono il risultato di un misterioso meccanismo geologico. Ora, un nuovo studio pubblicato su Nature potrebbe aver finalmente svelato il mistero.

Il gruppo di ricerca guidato da Thomas Gernon, geologo di punta, ha scoperto che quando le placche tettoniche si separano, generano onde potenti nelle profondità del mantello terrestre. Queste onde, viaggiando sotto la crosta terrestre, possono provocare un sollevamento della superficie continentale di oltre un chilometro. Questo spiega non solo la formazione di grandi altipiani, ma anche l’innalzamento di aree che si trovano lontano dalle zone di frattura delle placche.

Per capire meglio questo fenomeno, i ricercatori si sono concentrati sull’Africa meridionale, nota per le sue imponenti Grandi Scarpate. Fino ad ora, si pensava che queste caratteristiche topografiche si formassero solo lungo le aree dove i continenti si separano, come le coste frastagliate del Sud Africa. Tuttavia, Gernon e il suo team hanno osservato che anche le parti interne dei continenti, lontane dalle scogliere, mostrano segni di sollevamento e erosione. Questo ha spinto gli scienziati a cercare una spiegazione più profonda.

L’indagine ha rivelato che quando i continenti si dividono, il processo di stiramento della crosta continentale crea movimenti nel mantello terrestre. Questo movimento genera una sorta di “onda del mantello profondo” che viaggia lentamente sotto la crosta, a una velocità di 15-20 chilometri ogni milione di anni. Anche se questo processo è estremamente lento, ha un effetto significativo sulla geologia superficiale. Il materiale caldo del mantello, spingendosi verso l’alto e poi raffreddandosi, crea un ciclo convettivo che destabilizza la crosta e inizia a sollevarla.

Questo fenomeno, conosciuto come isostasia, è accompagnato da un’erosione superficiale causata dagli agenti atmosferici. Con il tempo, la rimozione delle rocce dalla superficie porta a un ulteriore sollevamento del continente, creando le imponenti altipiani che vediamo oggi.

Sebbene lo studio si sia concentrato sull’Africa, Gernon ha sottolineato che questi processi sono globali. Fenomeni simili sono stati osservati in altre parti del mondo, tra cui il Sud e Nord America, il Nord Europa, l’Antartide e la Groenlandia. Questa scoperta non solo fornisce una spiegazione per il sollevamento continentale, ma apre anche nuove prospettive sullo studio della geologia terrestre e su come i processi interni del pianeta modellano la superficie che abitiamo.

La ricerca rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei complessi meccanismi che governano il nostro pianeta e potrebbe avere implicazioni importanti per la futura ricerca geologica e climatica. Con l’avanzare delle indagini, è probabile che scopriremo ancora di più su come questi processi profondi influenzano non solo la geografia, ma anche il clima e la biodiversità delle regioni interessate.