Secondo la ricerca medica riguardo sull’uso del cellulare, chattare anche per poco tempo alla settimana può aumentare il rischio di ipertensione, una delle principali cause di infarti e ictus. Questo è ciò che emerge da una nuova ricerca della Southern Medical University di Guangzhou, in Cina.
Anche solo 30 min alla settimana aumentano il rischio di ipertensione
Dai dati emersi dallo studio, coloro che trascorrono anche solo 30 minuti a settimana parlando al cellulare, anche in modalità “a mani libere”, ovvero con l’ausilio di altoparlanti, cuffie etc, presentavano un rischio di ipertensione maggiore del 12% più inclini all’ipertensione. Mentre un tempo di circa sei ore alla settimana trascorso a parlare e chattare sul cellulare, ha aumentato il rischio al 25%.
Secondo quanto riportato dall’autore principale dello studio, il professor Xianhui Qin della Southern Medical University, “è il numero di minuti che le persone trascorrono a parlare su un cellulare che conta per la salute del cuore, con più minuti che significano un rischio maggiore”.
L’analisi dei dati di oltre duecentomila persone
Lo studio del team cinese è stato condotto sui dati di circa 212.000 persone provenienti dalla UK Biobank, un database che contiene informazioni sulla salute e genetiche, di circa mezzo milione di persone nel Regno Unito. Nello specifico si trattava dei dati di 212.046 adulti di età compresa tra 37 e 73 anni senza ipertensione di cui sono stati monitorati circa 12 anni di dati.
Dall’analisi dei dati è dunque emerso che i partecipanti che parlavano al cellulare per 30 minuti o più a settimana, avevano un rischio di ipertensione maggiore del 12%, rispetto ai coetanei che usavano i cellulari meno regolarmente. In modo più dettagliato, il tempo di utilizzo settimanale da 30 a 59 minuti è associato ad un aumento dell’8%, mentre 1-3 ore al 13%; 4-6 ore, portavano ad un aumento del 16% e oltre 6 ore è stato associato ad un aumento del 25% del rischio di ipertensione.
I dati sono stati confrontati con quelli di coloro che hanno speso meno di cinque minuti alla settimana per effettuare o ricevere chiamate, mostrando che complessivamente, gli utenti di telefoni cellulari avevano un rischio maggiore del 7% rispetto ai non utenti. Inoltre, la probabilità di sviluppare ipertensione è aumentata di un terzo in coloro con un alto rischio genetico che hanno trascorso almeno 30 minuti alla settimana a parlare al cellulare.
Il professor Qin afferma dunque che questi “risultati suggeriscono che parlare al cellulare potrebbe non influire sul rischio di sviluppare la pressione alta fintanto che il tempo di chiamata settimanale è mantenuto al di sotto della mezz’ora”.
Tutta colpa dei campi elettromagnetici
I ricercatori ritengono che siano i campi elettromagnetici emessi dai telefoni alla base del fenomeno. I telefoni cellulari emettono bassi livelli di energia a radiofrequenza, che è stata collegata all’aumento della pressione sanguigna anche dopo un’esposizione a breve termine, secondo quanto ha affermato il professor Qin.
I ricercatori hanno anche preso in considerazione fattori quali l’età, il sesso, l’IMC (indice di massa corporea), la razza, la storia familiare di ipertensione, l’istruzione, l’abitudine al fumo, la pressione sanguigna, i grassi nel sangue, l’infiammazione, la funzionalità renale, l’uso di farmaci per abbassare livelli di colesterolo o di glucosio nel sangue e altro ancora.
Questi primi dati sono comunque preoccupanti e secondo il professor Qin “sono necessarie ulteriori ricerche per replicare i risultati, ma fino ad allora sembra prudente ridurre al minimo le chiamate da cellulare per preservare la salute del cuore”. Sopratutto considerando che quasi tre quarti della popolazione mondiale di età pari o superiore a 10 anni possiede un telefono cellulare.