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Un nuovo studio ha rilevato che la tendenza al pensiero ripetitivo e fisso durante un umore depresso è correlata ai pensieri suicidi tra gli adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore.

Il suicidio è la seconda causa più comune di morte tra i giovani, con circa 800.000 decessi in tutto il mondo. Il disturbo depressivo maggiore rappresenta uno dei rischi più elevati di suicidio e, quindi, comprendere meglio i meccanismi sottostanti a questo rischio è di fondamentale importanza.

I ricercatori dell’Università di Birmingham, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Cambridge, dell’Università di Leiden, dell’Università di Melbourne e della Yale Medical School, hanno esaminato tre diversi fattori di rischio ritenuti correlati all’ideazione suicida tra i giovani affetti da disturbo depressivo maggiore.

 

Lo studio

Nello studio, pubblicato nel corso della Settimana della Consapevolezza del Cervello sulla rivista Journal of Affective Disorders, il team ha esaminato il pensiero ripetitivo negativo, o ruminazione cognitiva, i cambiamenti strutturali in specifiche regioni del cervello e lo stress recente.

Hanno utilizzato i dati di uno studio clinico esistente (MR-IMPACT), creato per indagare sui disturbi depressivi maggiori tra gli adolescenti. Lo scopo era quello di testare le teorie secondo cui l’ideazione suicida è correlata a cambiamenti funzionali in specifiche regioni del cervello, che sono anche correlate al pensiero ripetitivo negativo o alla ruminazione cognitiva.

Inoltre, si ritiene che le esperienze di stress recenti durante l’infanzia plasmino lo sviluppo del cervello e siano state correlate ad alterazioni strutturali del cervello ritenute associate all’ideazione suicida.

I legami tra la ruminazione cognitiva e la sua struttura cerebrale sottostante non erano stati precedentemente studiati in relazione ai pensieri e ai comportamenti suicidi nei giovani affetti da disturbi depressivi maggiori.

I risultati, che sono preliminari, includono dati di 67 partecipanti maschi e femmine con un’età media di 16 anni. Tutti i partecipanti avevano una diagnosi di disturbo depressivo maggiore. I risultati suggeriscono che un aumento della ruminazione è un fattore predittivo di una maggiore gravità dell’ideazione suicida nei giovani affetti da disturbo depressivo maggiore.

Il team non ha trovato alcun legame significativo tra lo stress recente e i pensieri suicidi, o tra una minore area di superficie nelle regioni cerebrali studiate e i pensieri suicidi – anche se studi recenti hanno correlato l’area di superficie cerebrale, la rumination e lo stress recente.

Il ricercatore principale, la dott.ssa Maria Dauvermann, della Scuola di Psicologia dell’Università di Birmingham, ha affermato: “Abbiamo trovato prove che livelli più elevati di rumination hanno previsto livelli più elevati di pensieri suicidi. Questo è stato il risultato più significativo dello studio e, sebbene solo preliminare, rappresenta un promettente punto di riferimento da cui investigare ulteriormente in questa area e potrebbe portare a nuovi metodi di trattamento per i giovani affetti da depressione maggiore“.