
Più di 2.000 anni fa, l’astronomo greco Ipparco ha tracciato una mappa delle stelle e per molto tempo il suo documento è stato considerato il primo tentativo dell’umanità di assegnare coordinate numeriche ai corpi stellari. Tuttavia nonostante la sua fama si sapeva che il trattato derivava gli scritti di un altro famoso astronomo, Claudio Tolomeo, che compilò il proprio inventario celeste circa 400 anni dopo.
Ora un gruppo di ricercatori ha suggerito di aver trovato frammenti del documento storico perduto di Ipparco nascosti in un manoscritto medievale. La scoperta potrebbe gettare nuova luce non solo sul tentativo dell’astronomo di mappare il cielo notturno attraverso misurazioni e calcoli precisi, ma anche sulla storia dell’astronomia.
Ritrovata la mappa di stelle più antica in un manuale medievale
Ipparco è noto a noi anche per essere il padre della trigonometria ed è considerato come il più grande astronomo dell’antica Grecia. Parti della sua mappa stellare sembrano essere state mostrate nel Codex Climaci Rescriptus, un libro di testi siriaci scritto nel X o XI secolo le cui pagine di pergamena furono cancellate in modo da poter essere riutilizzate ma ancora portano tracce visibili della loro forma precedente. Il team di ricercatori ha rivelato il testo oscurato e le misurazioni utilizzando molte lunghezze d’onda della luce, una tecnica nota come imaging multispettrale. Sono stati quindi in grado di decifrare le descrizioni di quattro costellazioni. Non solo questo sembrava svelare la cartografia di Ipparco, ma il team afferma anche che le prove numeriche appena rivelate sono altamente coerenti con le coordinate stellari reali.
Ciò renderebbe il Catalogo di Ipparco più accurato del manuale di astronomia di Almagesto, molto più tardo di Tolomeo, sebbene i ricercatori riconoscano che stanno lavorando con un piccolo campione e che potrebbero esistere errori significativi in parti del Catalogo stellare di Ipparco che non sono sopravvissute o sono state ancora scoperte. il Codex Climaci Rescriptus potrebbe ancora rivelare ancora di più le osservazioni stellari di Ipparco. Le tecnologie digitali all’avanguardia continuano a recuperare frammenti vitali del patrimonio culturale su documenti che l’occhio umano non può vedere a causa di danni, deterioramento o cancellazione deliberata.
L’imaging multispettrale ha resuscitato il testo dalle più antiche copie conosciute di scritti dell’antico matematico greco Archimede. Sono stati svelati i segreti dei rotoli danneggiati dall’eruzione del Vesuvio e gli elementi esposti dei Rotoli del Mar Morto, frammenti biblici storicamente significativi recuperati dalle grotte di Qumran, in Israele.
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