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Le stelle e gli esseri umani sono molto simili

Un’analisi eseguita su 150 mila stelle mostra che gli esseri umani e la nostra galassia hanno circa il 97% dello stesso tipo di atomi. Inoltre, è stato osservato che gli elementi della vita sembrano esistere in quantità superiore nel centro galattico. Questi elementi sono abbreviati con l’acronimo Chon: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo e zolfo.

Per la prima volta, gli astronomi hanno catalogato l’abbondanza di questi elementi in un campione di massa stellare, utilizzando un metodo chiamato spettroscopia. Ciascuno di questi elementi emette onde luminose di diversa lunghezza e gli scienziati hanno misurato i campioni al buio e la loro luminosità in ogni spettro di luce per determinare la composizione di ogni stella.

Gli esperti hanno usato il metro stellare dello Sloan Digital Sky Survey, l’osservatorio nel New Mexico. Poiché la tecnica utilizza raggi infrarossi, la polvere della Via Lattea non ha disturbato la misurazione.

Sebbene un essere umano presenti gli stessi elementi come le stelle, le proporzioni sono molto diverse. Ad esempio, un essere umano è costituito dal 65% di ossigeno, che rappresenta solo l’1% di tutti gli elementi misurati nello spazio. La posizione delle stelle, invece, influenza anche la relativa composizione – le stelle nella nostra regione di spazio hanno un minor numero di elementi necessari per la vita, come l’ossigeno, rispetto alle stelle nella regione centrale della galassia.

I sei elementi più comuni della vita sulla Terra (carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, zolfo e fosforo) sono anche la più abbondante nel centro della nostra galassia

I sei elementi più comuni della vita sulla Terra (carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, zolfo e fosforo) sono anche i più abbondanti nel centro della nostra galassia. “Si tratta di una questione di interesse umano, perché ora possiamo mappare l’abbondanza di tutti i principali elementi che si trovano nel corpo umano attraverso centinaia di migliaia di stelle nella Via Lattea”, ha dichiarato Jennifer Johnson, scienziato SDSS-III APOGEE e professore presso l’Università di Stato Ohio. “Questo ci permette di vedere dove e quando la vita deve avere gli elementi necessari per evolversi nella galassia”.