
In una notte del 1969 uno studente di 21 anni si trovava nella sua camera e sedeva davanti il suo computer. Qualche istante dopo il ragazzo, Charley Kline, digitò una singola parola con molta cura. Subito dopo su un secondo computer, che si trovava 500 km distante dal ragazzo, ha ricevuto il messaggio. È stato davvero sorprendente e scoppiettante, in quanto il sistema è andato in crash prima che l’intera parola “login” possa essere stato trasmesso, ma entrambe le parti hanno esultato poiché era la prima volta che due computer comunicassero in modo virtuale, dando vita a quello che ai nostri giorni sarebbe diventato Internet.
All’epoca si chiamava Arpanet, un sistema di comunicazione per condividere le informazioni tra computer su una rete. Per creare quello che oggi conosciamo come Internet sono state coinvolte migliaia di persone. Molte di queste sono donne che sono state una parte determinante nell’informatica e nella programmazione. Tuttavia molti dei loro sforzi non venivano riconosciuti e sebbene molte di loro fossero coinvolte, il design di Internet è prevalentemente stato degli uomini.
E se Internet fosse gestito da femmine?
Per essere più precisi gli uomini di Internet sono stati per lo più bianchi etero e provenienti dalla Silicon Valley. Ciò porta a pensare da tempo però come sarebbe questa tecnologia se il gruppo gestionale fosse più eterogeneo o addirittura se le donne avessero più voce in comune? Sebbene sia impossibile tornare indietro e alterare la storia, questa ipotetica domanda rivela come gli uomini abbiano lasciato segni indelebili su Internet: dal modo in cui è costruita e come appare, ai mezzi con cui la usiamo per esprimerci e comunicare con gli altri. Non è un dato di fatto, ovviamente, che le donne e le minoranze al vertice avrebbero necessariamente agito in modo diverso, ma molti credono che l’avrebbero fatto. Se cosi fosse come sarebbe diversa questa tecnologia cosi importante per la nostra quotidianità?
Charlotte Webb, co-fondatrice dell’organizzazione no-profit Feminist Internet, crede che il mondo online potrebbe essere basato su un modello di business completamente diverso con donne e minoranze al timone. Oggi, la maggior parte delle piattaforme online è guidata da un unico obiettivo: raccogliere informazioni dagli utenti, bombardarli con annunci mirati e generare entrate. I social media ad oggi danno maggior priorità alle pubblicità e all’attenzione dell’economia, che molto spesso può derivare da un orientamento capitalista e patriarcale. Naturalmente anche alcune donne o di minoranza possono essere guidati dal profitto, ma potrebbero essere più aperte a nuovi modelli di business, dimostrando sostenibilità ambientale, la giustizia sociale, i diritti umani. Si pensa che sia più probabile che questi modelli possano emergere con più persone diverse al potere, che arrivano con prospettive e motivazioni diverse.
Internet è lo specchio della nostra società
Un team più vario potrebbe anche portare a un Internet più internazionale nella sua visione con una maggiore sensibilità e consapevolezza delle culture non occidentali. Potremmo anche vedere un panorama online più multilingue. Attualmente, ci sono critiche sul fatto che Internet sia dominato dall’inglese e da una manciata di altre lingue. Ci sono quasi 7.000 lingue e dialetti nel mondo, ma solo 10 di questi rappresentano quasi l’ 80% di tutti i contenuti online. Anche la sicurezza potrebbe avere un aspetto diverso. Gli utenti che utilizzano i social media potrebbero essere in grado di verificare i propri account senza limitazioni che abbiamo oggi.
Ciò potrebbe rendere gli utenti meno vulnerabili ai messaggi non richiesti o al fatto che i loro indirizzi di casa e altre informazioni collegate a numeri di telefono siano trapelati in incidenti di pirateria informatica. Se fossero stati incaricati di creare Internet, avrebbero potuto dare la priorità alle misure di sicurezza. E potrebbero averlo fatto fin dall’inizio. Le piattaforme di social media come Facebook, Twitter e Reddit, ad esempio, ora vietano il revenge porn sui loro siti. Ma lo hanno fatto solo nel 2015, a circa un decennio dai rispettivi lanci, dopo aver subito le pressioni delle principali attiviste. Quando si tratta di immaginare una rete alternativa gestita da donne e minoranze, è importante non idealizzare la situazione.
Non c’è alcuna garanzia che le donne e le minoranze agiranno in modo diverso dagli uomini se saliranno in cima. Questo perché i problemi di Internet derivano dal mondo reale, rendendo i social mediano specchio della nostra società. Per avere grandi cambiamenti su Internet, abbiamo bisogno di grandi cambiamenti nella vita reale. Forse solo allora, indipendentemente dal sesso o dal gruppo che ha il controllo, Internet tornerà a ciò per cui era originariamente inteso, ossia un modo per comunicare tra di noi.