Circa 27 anni fa è stato scoperto il primo gene associato all’Alzheimer ereditario: il precursore della proteina beta amiloide, o APP. Le scoperte non si sono mai fermate. Scienziati di tutto il mondo hanno continuato a distruggere le basi genetiche di questa malattia straziante che ruba la mente, lasciando il corpo vuoto di se stesso.
Nel 2022 sono stati scoperti altri 42 geni collegati allo sviluppo del morbo di Alzheimer , portando il totale a 75. Poco dopo quella rivelazione, è stato identificato un altro gene chiamato MGMT, e questo potrebbe spiegare perché le donne hanno due terzi in più di probabilità di essere diagnosticato con l’Alzheimer rispetto agli uomini. Con così tanti geni che contribuiscono allo sviluppo dell’Alzheimer e di altri tipi di demenza, gli scienziati sono convinti che il percorso di ogni persona possa essere diverso.
Alzheimer, i progressi contro la lotta a questa condizione
Il morbo di Alzheimer è una malattia multifattoriale, composta da diverse patologie, e ogni persona ha la propria strada. La malattia si presenta in modo diverso e progredisce in modo diverso nelle diverse persone. Un altro percorso verso l’Alzheimer è l’infiammazione, che è comune a tutte le malattie croniche. Diversi nuovi geni scoperti quest’anno sembrano svolgere un ruolo nel modo in cui il sistema immunitario del corpo rimuove le cellule danneggiate dal cervello. Per sostenere la ricerca, i finanziamenti federali negli Stati Uniti per la ricerca sull’Alzheimer sono aumentati di sette volte dal 2011 a oltre 3,4 miliardi di dollari all’anno.
Uno degli obiettivi della ricerca è trovare terapie che colpiscano il sistema immunitario e l’infiammazione nel cervello, mentre altre ricerche studiano il metabolismo cellulare e il modo in cui le cellule usano l’energia. Gli scienziati stanno anche cercando di capire di più su come le cellule cerebrali sono collegate e comunicano attraverso le sinapsi, e stiamo anche assistendo a indagini che esaminano la connessione tra intestino e cervello, che è un altro approccio interessante. Un altro obiettivo della ricerca è l’esame dei farmaci esistenti che potrebbero impedire all’Alzheimer di radicarsi nel cervello.
Il team hanno passato sette anni a testare farmaci che la Food and Drug Administration statunitense ha già approvato sul cervello nel piatto. Dal momento che la FDA ha già verificato la sicurezza di quei farmaci, trovare un candidato di quel gruppo accelererebbe l’approvazione federale del farmaco per l’Alzheimer, ottenendo così trattamenti per i pazienti più velocemente. Ora abbiamo oltre 150 farmaci identificati e prodotti naturali che potrebbero essere testati in studi clinici per colpire placche, grovigli o neuro infiammazione.
Molte persone potrebbero non saperlo, ma dopo i 40 anni, quasi tutti noi iniziamo a costruire la patologia iniziale dell’Alzheimer, che è la placca amiloide nel cervello e i grovigli neurofibrillari. Fa parte della vita, proprio come la maggior parte di noi inizia ad accumulare un po’ di placca nelle nostre arterie a causa del colesterolo. In effetti, si stima che circa 30-40 milioni di americani abbiano abbastanza amiloide nel cervello in questo momento per beneficiare di un farmaco per abbassarlo, se la scienza avesse la capacità di farlo in modo sicuro e conveniente.
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