
Se c’è una cosa a cui siamo abituati in Italia durante l’estate, perlomeno a parole, è la presenza di zanzare. Questo più degli altri, sintomo anche del clima cambia, dobbiamo però fare i conti con un numero sempre più crescente di febbre nel Nilo. La malattia, non endemica del nostro territorio, è comparsa da qualche anno, ma in questo caso i numero si stanno alzando rapidamente.
Fino a poco più di una settimana fa in Europa il numero di casi ufficiali di febbre del Nilo erano 55 di cui ben 42 solo nel nostro paese. Dopo una settimana in Italia i casi so diventati 94, cioè più che un raddoppio nel giro di poco. Il numero di morti a causa del virus trasportato dalle zanzare è di 7 anche se a questo punto potrebbe essere ancora cresciuto. Attualmente il focolaio italiano a livello di regione sembra essere il Veneto.
Febbre del Nilo: cos’è
Una cosa che c’è da sapere è che non esattamente tutte le zanzare trasportano il virus della febbre del Nilo. Si tratta della specie Culex che si presenta normalmente tra i 4 e i 10 millimetri di grandezza e di un colore marroncino scuro. Per chi deve fare i conti con soprattutto le zanzare tigre, questa è un’informazione molto utile.
Una volti punti da una di queste zanzare, se portatrici del sintomi, i sintomi della malattia si possono presentare dopo 14 giorni. Si parla di sintomi quali il mal di testa, dolori al corpo come quelli dell’influenza e diarrea. Il problema maggiore della febbre del Nilo è se il virus finisce al cervello causando sintomi più gravi come l’encefalite o la meningite. Si parla di meno dell’1% di possibilità di arrivare a tal punto e dello 0,1% di possibilità di morire.