cervello dispositivo sonno profondo
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il team dell’Università dell’Oregon ha una routine prima di andare a dormire davvero bizzarra: indossa un cappuccio pieno di elettrodi e controlla un piccolo computer sul comodino. Il dispositivo utilizzato in questo studio, ancora in fase sperimentale, monitora il viaggio notturno durante il sonno che fa il nostro cervello. Dopo aver percepito il sonno profondo per alcuni minuti, il dispositivo manda la corrente elettrica attraverso il cuoio capelluto e il cranio, spingendo il nostro cervello nel sonno profondo.

Ovviamente l’obiettivo dello studio non è soltanto quello di avere un sonno riposante, ma studi risalenti a dieci anni fa hanno suggerito che il nostro cervello ha un sistema di lavaggio elettrico che durante proprio il sonno profondo elimina i rifiuti nocivi. Questo processo di pulizia fa parte del sonno ristoratore, ravvivando la concentrazione, la memoria e le capacità motorie.

 

Cervello, un dispositivo ci permette di entrare in un sonno profondo

A causa di alcuni aspetti legati all’avanzare dell’età questo sistema di purificazione potrebbe iniziare a non funzionare bene, lasciandosi alle spalle dei detriti, come le proteine beta amiloidi, che causano il morbo d’Alzheimer e altri disturbi neurologici. La straordinaria scoperta di questo infrastruttura cerebrale, denominata sistema glinfatico, ha inaugurato una nuova era di studio e ricerca non solo per quanto riguarda il sonno, ma anche l’invecchiamento, demenza e lesioni cerebrali.

Uno di questi studi è proprio la creazione di questo dispositivo sul comodino dei ricercatori. Nel prototipo il dispositivo si presenta come un apparato ortodontico con un transponder a pedaggio legato alla parte superiore. Versioni raffinate e più leggere sono in lavorazione. Allungando la durata del sonno profondo i ricercatori sperano di poter potenziare questo metodo di lavaggio notturno. È un modo per schiarire maggiormente le idee e mantenere la salute del nostro cervello.

A ottobre il Dipartimento della Difesa americana ha stanziato circa 4,5 milioni di dollari a questo studio e a diverse università, per esplorare una possibile applicazione militare del dispositivo e ripristinare l’acutezza dei vecchi soldati che hanno perso il sonno durante le missioni. Gli esperti hanno suggerito che entro cinque anni, i dispositivi di consumo potrebbero consentire a chiunque di monitorare il proprio sonno profondo per la pulizia del cervello. Iliff occupa un posto significativo nella storia della scienza del sonno. È stato l’autore principale di numerosi articoli che nel 2012 hanno iniziato a descrivere il sistema glinfatico di lavaggio del cervello, sulla base del lavoro svolto presso l’Università di Rochester.

 

Utile al benessere umano

Quello che hanno scoperto, nascosto in bella vista, era un sistema idraulico separato avvolto attorno ai vasi sanguigni nella testa, che spingeva il fluido nel cervello. Analizzando i cervelli dei topi i ricercatori hanno ipotizzato che che le cellule cerebrali umane si riducono durante il sonno profondo, creando dello spazio per permettere al fluido di passare attraverso le cellule. Questo lava via le proteine ​​di scarto nocive prodotte dal cervello, un instancabile motore metabolico che continua a sbuffare 24 ore su 24. I ricercatori stanno scoprendo che ciò è utile per il benessere umano.

Si pensa che questo sia rilevante non solo per il morbo di Alzheimer, ma in realtà che sia probabilmente rilevante per tutti i tipi di condizioni neuroimmunologiche come la sclerosi multipla e disturbi neurovascolari come lesioni cerebrali traumatiche e ictus. Quindi sembra che sia fondamentale più di quanto potessimo immaginare.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay