
Secondo un recente studio, la concentrazione di una particolare proteina nel liquor, ossia il liquido che circonda il cervello e il midollo spinale, può essere un indicatore della progressione dell’Alzheimer. La proteina di cui si parla è la cosiddetta proteina tau, una delle principali cause di morte dei neuroni dell’Alzheimer. La quantità di questo marcatore nel liquor è direttamente proporzionale alla diffusione dei grovigli di tau nel cervello.
La malattia è caratterizzata da un accumulo anormale di due proteine; la beta-amiloide, che inizia a formare placche nel cervello anche vent’anni prima della comparsa dei sintomi di declino cognitivo. I grovigli neurofibrillari, depositi di tau che segnano il passaggio dalla forma asintomatica alla comparsa dei primi sintomi, come confusione e perdita di memoria.
Alzheimer, un nuovo modo per comprendere la progressione della malattia
Tutte e due queste proteine fungono da agente tossico per le cellule nervose, anche se ancora non è del tutto chiaro se possano essere una causa diretta della malattia. L’accumulo di proteine tau nel cervello è rilevabile attraverso la PET, un esame diagnostico molto costoso e poco accessibile. I vari esami del sangue che sono al momento disponibili non sono in grado di capire quale concentrazione tau è associabile ai diversi stati della malattia.
C’è bisogno di metodi più efficaci e precoci per provare a prevenire la malattia. Lo studio si è concentrato sulla parte insolubile della proteina tau, la cosiddetta MTBR, uno dei principali ingredienti degli ammassi neurofibrillari. La novità sta nel metodo che viene utilizzato per rintracciala, che consiste da prima farla emergere nel mezzo attraverso una soluzione, per poi osservarla attraverso la spettometria di massa.
Questo nuovo metodo ha funzionato dove alcune indagini avevano fallito prima d’ora. Una parte specifica della componente proteica, chiamata MTBR tau 243, risultava elevata nei pazienti con Alzheimer. Quando i livelli di questa proteina vengono confrontati con le PET di vari pazienti, si è visto che erano strettamente collegati alla quantità di grovigli di tau nel cervello. La tecnica riesce a misurare in modo accurato i’accumulo e i danni causati ai neuroni.
Oltre ad avere una migliore diagnosi, questo nuovo modo può aprire la strada a nuove strade di ricerca. La MTBR tau è stata individuata anche tra neuroni, e ora ci si chiede se abbia un ruolo nel favorire il trasporto di tau da una parte all’altra del cervello aggredito dalla malattia.
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