
La scoperta di un team di paleontologi in Laos potrebbe far rientrare questo paese nei soli tre luoghi sulla Terra in cui sono stati ritrovati resti di Denisoviani. Ciò che il team ha scoperto in una grotta laotiana, è infatti un antico molare fossile che probabilmente apparteneva a una giovane ragazza denisoviana.
Questa scoperta dunque potrebbe dimostrare che i Denisoviani vissero non solo in Siberia e nell’altopiano del Tibet, gli unici luoghi dove sino ad ora ne sono stati trovati i resti, ma anche nel sud-est asiatico.
Un molare fossile nelle foreste del Laos potrebbe portare i Denisoviani nel sud-est asiatico
Quello che si ritiene infatti sia un molare denisoviano. È stato rinvenuto nella grotta conosciuta come Tam Ngu Hao 2, nelle montagne annamite del Laos. Il dente fossile risale al Pleistocene medio e potrebbe essere il primo fossile denisoviano mai trovato nel sud-est asiatico.
Secondo Laura Shackelford, un’antropologa dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e coautrice del nuovo studio, questa scoperta ci dimostra che anche i Denisoviani avevano molte caratteristiche.
Shackelford ha infatti dichiarato che “sebbene abbiamo solo pochi fossili che rappresentano i Denisoviani, questo nuovo fossile del Laos dimostra che, proprio come gli esseri umani moderni, i Denisovani erano diffusi ed erano altamente adattabili. Vivevano nelle fredde temperature artiche della Siberia, nel freddo ambiente [povero di ossigeno] dell’altopiano tibetano, e ora sappiamo che vivevano anche ai tropici del sud-est asiatico”.
Il molare fossile inoltre dimostra ancora una volta quando il sud-est asiatico sia stato un punto nevralgico per la storia evolutiva umana. Come spiegano infatti i ricercatori nel loro articolo, questa parte del mondo ospitava un tempo H. erectus, Neanderthal, H. floresiensis, H. luzonensis, H. sapiens e ora anche i Denisoviani.
Il ritrovamento nelle grotte annamiti
Tra le montagne dell’Annamite si trovano moltissime grotte calcaree e Shackelford ed i suoi colleghi ispezionano l’area ogni anno nella speranza di effettuare scoperte come questa. Fu così che nel “2018, i nostri geologi (…) raccolsero materiale da un potenziale nuovo sito, quello che ora conosciamo come Tam Ngu Hao 2 o Cobra Cave”, ha spiegato Shackelford. Nei primi campioni trovati dai geologi nella grotta appena esaminata, vi erano frammenti di denti fossili di animali e tra di essi anche il molare fossile umano.
Datando il sedimento in cui è stato trovato il molare, il team ha istabilito che il fossile possa essere datata tra 164.000 e 131.000 anni fa. Inoltre un’analisi proteica dello smalto del dente ha identificato il fossile come appartenente a un membro del genere Homo, ma questo test non è riuscito a stabilire la specie esatta.
Un molare fossile denisoviano e le sue implicazioni
Ciò che sappiamo con certezza è che il dente apparteneva ad una bambina morta tra i 4 e gli 8 anni. Inoltre Clément Zanolli, esperto dell’evoluzione dei denti umani e coautore del nuovo studio, ha affermato che l’identificazione del molare denisoviano deriva da molteplici linee di evidenza morfologica. Il molare fossile infatti presenta notevoli somigliane con i denti trovati sulla mandibola denisoviana rinvenuta in Tibet.
Altri aspetti che hanno portato i ricercatori a pensare che possa trattarsi di un molare denisoviano sono le sue grandi dimensioni e altre caratteristiche distintive che lo distinguono da quelli delle altre specie Homo conosciute nel sud-est asiatico, inclusi i Neanderthal e gli umani moderni.
Come spiega dunque Fabrice Demeter, paleoantropologo dell’Università di Copenaghen e coautore dello studio, “siamo fiduciosi che sia denisovano. Ma per confermare ulteriormente i nostri risultati, se necessario, le analisi genetiche sarebbero utili”. Purtroppo però “il DNA tende a frammentarsi più rapidamente e intensamente negli ambienti tropicali”, ed è per questo he “finora non è stato sequenziato alcun DNA antico umano del Pleistocene”.
La scoperta di questo molare fossile dunque potrebbe dimostrare che i Denisoviani un tempo abitavano una vasta area del sud-est asiatico e che avrebbero potuto persino incontrare umani moderni del tardo Pleistocene.
Inoltre mostra che i Denisoviani erano in grado di vivere sia in ambienti freddi e d’alta quota che nelle foreste tropicali del sud-est asiatico. Questo gruppo di ominidi dunque sembrano essere stati molto adattabili, rendendo perciò la loro improvvisa scomparsa, avvenuta circa 50.000 anni fa, un mistero ancora più grande.
Ph. Credit: F. Demeter et AL. Nature Communications 2022 via Science News