vitamina D sistema immunitario
Foto di 165106 da Pixabay

Secondo un nuovo studio la vitamina D può influenzare la tolleranza del sistema immunitario verso alcune proteine, modificando il modo in cui il DNA si trova nelle cellule immunitarie specifiche. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni per il trattamento di alcune malattie come la sclerosi multipla, che sono caratterizzate dal sistema immunitario che attacca i tessuti sani.

Per ciò che riguarda il sistema immunitario è un pò tutto o bianco o nero: tutto quello che appartiene al corpo deve essere lasciata in pace e tutto quello che è fuori deve essere cacciato ed è considerata una minaccia. Questa capacità del sistema immunitario di non attaccare i tessuti del corpo viene chiamata tolleranza immunitaria. Quello che avviene nella sclerosi multipla è proprio una rottura della tolleranza e vengono attaccate le cellule sane.

 

Sistema immunitario, la vitamina D può influenzarne l’attività

Le cellule dendritiche sono una classe di cellule immunitarie che svolgono ruoli chiave nella regolazione della tolleranza immunitaria. Ricerche precedenti avevano dimostrato che il trattamento di queste cellule con vitamina D le spingeva ad assumere caratteristiche più tollerogeniche. Tuttavia, i meccanismi molecolari alla base di questi cambiamenti non erano chiari. Un team di scienziati ha condotto una serie di esperimenti attraverso l’utilizzo di alcune cellule umane per comprendere al meglio i vari meccanismi. I ricercatori hanno esaminato i diversi tipi di melitazione che possono influenzare il trattamento con vitamina D.

La metilazione è un tipo di modificazione epigenetica: cambiamenti chimici che possono alterare il modo in cui il DNA è “impacchettato” all’interno della cellula, il che influisce sul modo in cui i vari geni vengono letti. In generale, la metilazione è una modifica che spegne i geni. I risultati suggeriscono che in presenza di vitamina D un certo numero di geni che regolano l’attività immunitaria non vengono metilati. Ulteriori esperimenti hanno confermato che questi geni non metilati erano effettivamente più attivi. La vitamina D agisce legandosi a un recettore proteico nelle cellule. in presenza di vitamina D, questo recettore entrava nel nucleo e si associava fisicamente a geni non metilati.

Inoltre hanno dimostrato che questo recettore attiva un percorso molecolare chiamato JAK2-STAT3 e la proteina VDR interagisce fisicamente con la versione attivata della proteina STAT3. Sia VDR che STAT3, a loro volta, hanno interagito con una proteina chiamata TET2, che è nota per essere in grado di rimuovere attivamente la metilazione dal DNA. Il blocco del percorso JAK2-STAT3 riduce gli effetti di promozione della tolleranza della vitamina D.

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