befana
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La Befana è una figura legata alle festività natalizie, abbastanza diffusa in tutta Italia ma un po’ meno conosciuta nel resto del mondo. Secondo la tradizione, è una nonnina che vola su una vecchia scopa, per fare visita ai bambini, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, riempendo di dolci e leccornie le lasciate dai bimbi vicino ad una finestra o appese ad un camino. Ma solo i bambini che durante l’anno sono stati buoni riceveranno i dolci doni della Befana. Per chi invece si è comportato male, la Befana lascerà solo del carbone o dell’aglio.

 

Le leggende all’origine della Befana

Nella tradizione cattolica la Befana, che si festeggia il giorno della festa cattolica dell’Epifania, questa figura viene accostata alla figura dei Re Magi grazie ad una leggenda risalente all’incirca al XII secolo. La storia narra dei Re Magi che, mentre erano diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché lei si unisse a loro per far visita al piccolo, la donna si rifiutò di accompagnarli.

In seguito l’anziana signora si pentì di non essere andata con loro, quindi, dopo aver preparato un sacco pieno di doni, uscì di casa e si mise a cercarli. Purtroppo le sue ricerche non diedero frutto e così si fermò in ogni casa che trovava lungo il cammino, donando i regali ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse Gesù Bambino. Da allora si dice che giri per il mondo facendo regali a tutti i bambini nella notte del 6 gennaio, per farsi perdonare.

Alcune versioni della leggenda della Befana la accostano alla figura di Babbo Natale, come moglie o solo amica o parente del vecchietto con la barba. In altre storie è vista invece come una sua concorrente nella consegna dei regali al punto che Babbo Natale vada in giro a dire che la Befana non esiste.

In altre storie ancora invece, la Befana avrebbe un marito molto vecchio, il Befanotto, brutto a tal punto da incutere terrore nei bimbi vedendolo arrivare, mentre accompagna la sua vecchia e malandata moglie nella consegna dei doni.

 

I nomi della Befana nel nostro paese

Il nome “Befana”, inteso come il fantoccio femminile esposto la notte dell’Epifania, era già diffuso nel dialettale popolare del XIV secolo, specialmente nelle terre dell’antica Etruria (ovvero la Toscana e la Tuscia, nell’attuale Lazio settentrionale). Fu utilizzato per la prima volta in italiano da Francesco Berni nel 1535, quindi da Agnolo Firenzuola nel 1541.

In alcuni luoghi in Italia è rimasto, nel linguaggio popolare, il termine “Pefana” come, per esempio, nel paese di Montignoso, nel resto della Provincia di Massa-Carrara, in quella della Spezia nonché in Garfagnana e Versilia, con tradizioni non in linea con le consuete celebrazioni dell’Epifania.

 

I festeggiamenti dell’Epifania in Italia

La città simbolo della Befana è Urbania, dove viene tradizionalmente collocata la Casa Ufficiale della Befana e si celebra inoltre ogni anno la “Festa Nazionale della Befana”, tradizione ormai ventennale e conosciuta in tutta Italia. a viene festeggiata in tutta Italia con feste, mercatini, mostre, concerti, sagre e falò tradizionali. L’atto di bruciare la vecchia il 6 gennaio è, in molte regioni, un segno di benvenuto all’anno nuovo.

Un’altra tradizione della nostra penisola, legata a questa festa, sono i befani. In alcune parti della Toscana (soprattutto la Provincia di Grosseto), del Friuli e del Trentino, alcuni ragazzi bussano alle case travestiti da Befana, con il volto tinto di nero come la fuliggine, chiedendo a tutti qualcosa di dolce da distribuire ai bambini.

Una tradizione davvero particolare legata alla Befana è quella di un paesino in provincia di Matera, Montescaglioso. Durante la notte del 5 gennaio, per il paese girano degli strani personaggi, i Cucibocca di Montescaglioso, che incappucciati, con il viso coperto da una folta barba, un cappello di canapa e accompagnati dal rumore delle catene che portano ai piedi, con un grande ago da calzolaio minacciano di chiudere la bocca ai bambini, a meno che questi non li accolgano con cibo e un buon bicchiere di vino. Quando li sentono arrivare, i bimbi impauriti, scappano a letto a dormire, permettendo alla Befana di riempire le loro calze.

La Bazara e la festa dei Re Magi

In Liguria la Befana è conosciuta come Bazâra che in lingua genovese ha il significato di “vecchia sporca e trasandata”. Qui la festa di Bazâra è ancora oggi chiamata “Pasquetta” che in Liguria non indica il giorno dopo Pasqua, ma una festività qualunque. I bambini liguri non ricevono dei dolci nella loro calza, ma bensì le ciapellette, delle scarpette di cioccolato ripiene di castagne secche, aglio e mandarini; oppure dei marenghi d’öo, dei soldi di cioccolato.

Questa tradizione deriva dall’antica usanza dell’Epifania secondo cui si lasciavano fuori dalla finestra le proprie scarpe in cui poi lo spirito di Bazâra, durante la notte, avrebbe lasciato dei doni. Questo perché la vecchietta logora e malandata, avendo le scarpe rotte aveva bisogno di un nuovo paio e si mostrava dunque riconoscente a chiunque gliene avesse lasciato un paio fuori dalla finestra.

In Sardegna quella della Befana è una tradizione piuttosto recente. Non faceva infatti parte delle celebrazioni tradizionali per l’Epifania, ma una volta giunta dall’Italia continentale, ha finito per sostituire le festività tradizionali sarde, come sa Pasca de sos tres Res o de is tres Urreis, analoga alla spagnola festa de los reyes magos.

 

Celebrazioni dell’Epifania nel mondo

In molti paesi del mondo la figura della Befana è sostituita da quella dei Re Magi. Ad esempio in Spagna sono loro a portare i doni ai bambini e la sera prima dell’Epifania è tradizione lasciare sulla porta di casa dell’acqua, per dare da bere ai loro cammelli assetati, durante il viaggio verso il Bambino Gesù. Qui è anche usanza partecipare a sfilate colorate che rievocano il viaggio che avrebbero compiuto i tre magi per presentare i doni a Gesù Bambino.

In Francia invece si prepara la tradizionale Galette des Rois, una torta al cui interno si inseriva una fava: il fortunato che l’avrebbe trovata nella sua fetta sarebbe stato il re o la regina della festa, almeno nella tradizione contadina.

Il giorno dell’Epifania è invece conosciuto in Islanda con il nome di tredicesimo, in quanto cade esattamente 13 giorni dopo Natale. Si celebra con una fiaccolata e una rivisitazione a metà tra lo storico e il fantastico, con elfi, fate e Babbo Natale.

In Messico, la festa dell’Epifania si conclude con il Rosca de Reyes, un pane dolce cotto in un anello per assomigliare a una corona, con una statuina di un bambino nascosta all’interno per rappresentare il bisogno della sacra famiglia di nascondersi dal re Erode. Questo dolce va mangiato assolutamente il 6 gennaio, altrimenti si scatenerà l’ira di una strega, figura tutt’altro che benevola a differenza della nostra Befana.

In Romania non è la Befana che gira per le case lasciando doni, ma sono i bambini che bussano casa per casa per raccontare storie e chiedere qualche spicciolo o caramella.

 

La versione ortodossa dell’Epifania

La versione ortodossa delle celebrazioni dell’Epifania, prevede invece di spogliarsi in costume da bagno e tuffarsi nell’acqua gelida. Ad esempio ad Istanbul vi è la tradizione del Corno d’Oro. I partecipanti si tuffano in acqua per recuperare un crocifisso di legno gettato dal sacerdote, chi prende la croce avrà salute e prosperità e sarà protetto dalla polmonite, aspetto che negli ultimi anni potrebbe non essere da sottovalutare.

In Bulgaria la tradizione è simile, ma prima che il sacerdote getti la croce nell’acqua, una banda di suonatori di cornamusa e di tamburini salta dentro l’acqua gelida e inizia a suonare. Una volta che la folla è entrata in acqua iniziano a ballare in cerchio al ritmo di tamburi e cornamuse. Viste le temperature gelide dell’acqua in Bulgaria a gennaio, la partecipazione alla banda è considerata una grande dimostrazione di forza e onore.

Anche in Russia l’acqua fredda è una parte vitale delle celebrazioni dell’Epifania. Si pensa che in questo giorno l’acqua diventi santa e gli vengano conferiti dei poteri. In tutto il paese, le persone praticano buchi a forma di crocifisso nei laghi ghiacciati. L’acqua viene benedetta e poi i partecipanti fanno un tuffo, tradizionalmente ripetuto tre volte per simboleggiare la Santissima Trinità. L’usanza è diventata così popolare che alcuni laghi hanno bagnini in servizio nel giorno dell’Epifania.