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Per molti le feste natalizie sono anche sinonimo di viaggi tropicali, vacanze passate in paradisi esotici dove il caldo è all’ordine del giorno e non il freddo tipico del nostro paese. Ovviamente con il Covid-19 la situazione è diversa e ci sono dei rischi ovunque anche se si pensa che proprio il clima possa favorire il rallentamento e quindi rendere tali posti più sicuri.

A questo punto della pandemia viaggiare vuol dire anche essere vaccinati che non è utile solo per ridurre al minimo i rischi di ammalarsi, ma anche per tenere bassi i numeri di contagi in quei luoghi dove localmente sono già contenuti. Grazie al fatto che i viaggi tropicali sono di norma sinonimo di stare all’aperto, è più difficile rischiare di venire contagiati anche se nella maggior parte dei luoghi valgono le stesse regole che qua da noi sulle mascherine e altro.

 

Viaggi tropicali in tempi di pandemia

Le parole dell’editore di Lonely Planet, un’azienda specializzata nelle guide per i viaggi: “Mentre ci sono molte destinazioni tropicali con tassi di contagi inferiori rispetto ai paesi europei, dovresti anche tenere conto del tasso di vaccinazione locale. Non vuoi correre il rischio di diffondere la malattia nella comunità locale, quindi assicurati non solo di essere vaccinato, ma anche la maggior parte delle persone che vivono nella tua destinazione di vacanza.”

La certezza di fare dei viaggi tropicali sicuri non esiste, ma ci sono dei comportamenti che si possono attuare: “Se qualcuno deve viaggiare in paesi ad alto rischio dove il COVID-19 è più diffuso (presente e in circolazione), allora limiterei le attività che aumentano l’esposizione alle persone, specialmente in luoghi affollati come mercati al coperto, concerti. Se il viaggio è necessario per una persona del genere, allora dovrebbe considerare come gestirebbe la situazione se prendesse il Covid-19 mentre si trovava all’estero.”