
Una nuova ricerca ha scoperto che, tra i pazienti con problematiche simili, il rischio di morte era più alto nei pazienti di età inferiore ai 65 anni. Gli scienziati raccomandano di concentrarsi sulla prevenzione dei vaccini. Questo nuovo studio dell’Università della Florida di Gainesville, negli Stati Uniti, ha concluso che l’infezione con il nuovo coronavirus potrebbe aumentare il rischio di morte per altre malattie nel prossimo anno e influire sulla salute a lungo termine. I pazienti che sopravvivono a casi gravi hanno anche il doppio delle probabilità di morire 12 mesi dopo l’infezione.
La ricerca è stata pubblicata questa settimana su Frontiers of Medicine e si basava su un’analisi delle cartelle cliniche di 13.638 persone che sono state testate per Covid-19, alcune positive e altre negative. 178 hanno avuto casi gravi, 256 hanno avuto casi lievi e il resto è risultato negativo. Del numero totale di pazienti, 2.686 sono morti entro 12 mesi dall’infezione, il tasso di mortalità è più alto tra i pazienti critici.
Un’altra conclusione è che solo il 20% dei decessi è stato direttamente collegato al covid-19, mentre la stragrande maggioranza – il 79,5% – è stata collegata ad altre complicazioni. Sorprendentemente, tra i pazienti che hanno avuto complicazioni simili, il rischio di morte è stato maggiore per quelli sotto i 65 anni. Rispetto a coloro che sono risultati negativi, il rischio di morte tra quelli sotto i 65 anni è stato del 233% più alto.
L’importanza della prevenzione
Gli scienziati avvertono anche che, poiché i decessi si sono verificati molto tempo dopo l’infezione, non erano associati al Covid. Anche così, lo studio indica un effetto negativo della malattia sulla salute in generale. “Poiché ora sappiamo che esiste un rischio sostanziale di morte per quella che è probabilmente una complicazione non riconosciuta del covid-19, dobbiamo essere ancora più vigili nel ridurre i casi gravi“, avverte lo studio.
L’attenzione alla prevenzione è essenziale, raccomandano i ricercatori, in particolare con la vaccinazione, poiché anche il trattamento efficace di un caso grave non fornisce un “quadro completo dell’impatto” della malattia a lungo termine.