La pandemia di Covid-19 ha colpito in modo sproporzionato la salute mentale delle donne (83%) rispetto agli uomini (36%), secondo i risultati di uno studio diffuso oggi. I dati ottenuti dall’“Headway Mental Health Index 2023” riflettono anche l’impatto dei disturbi di salute mentale sui bambini, rivelando “una possibile associazione tra malattie psicologiche e abbandono scolastico”. Secondo gli autori, un adolescente su tre che abbandona la scuola soffre anche di un disturbo mentale. L’indagine indica che il 20% della popolazione in età lavorativa “soffre di disturbi mentali da lievi a moderati ad un certo punto della propria vita”.
Chi soffre di più
In un documento diffuso con lo studio, si sottolinea che il contesto della salute mentale in Europa “era preoccupante” molto prima della pandemia, con oltre 84 milioni di persone con problemi di salute mentale e 165.000 decessi annui dovuti a malattie mentali o suicidi. “Il suicidio è la sesta causa di morte nella popolazione generale e la quarta tra i giovani. In alcuni Paesi l’impatto dei disturbi mentali sui giovani è maggiore di quello di tutti gli altri problemi di salute messi insieme”, si legge nel documento diffuso da un gruppo privato.
Le donne incinte, nel periodo postpartum o vittime di traumi, come aborto spontaneo o abusi sul partner, sono state considerate le più suscettibili agli impatti psicologici della pandemia. Anche l’onere delle faccende domestiche e dell’assistenza all’infanzia ha avuto un impatto significativo sul benessere mentale delle donne, con il 44% delle donne con bambini sotto i 12 anni che ha segnalato difficoltà con le responsabilità domestiche, rispetto a solo il 20% degli uomini.
Con il progredire della pandemia, l’esposizione prolungata degli operatori sanitari a situazioni estremamente stressanti e potenzialmente traumatiche li ha resi particolarmente vulnerabili allo stress mentale e all’ansia, con un impatto a lungo termine sulla salute: “In Europa, il 57% degli operatori sanitari ha riferito di avere sintomi di stress post-traumatico durante il picco della pandemia”.
Il tasso di occupazione delle persone che soffrono di depressione è “molto eterogeneo”, con tassi che vanno dal 27% in Romania al 68% in Germania. “Tuttavia, gli episodi di assenteismo e presenzialismo (corpo presente sul posto di lavoro, ma assente) sono frequenti e il costo della perdita di produttività del lavoro è elevato (pari all’1,6% del Pil europeo)“.