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Foto di André Rau da Pixabay

Secondo un nuovo studio sembrerebbe che diverse specie animali si stiano già evolvendo per adattarsi al cambiamento climatico ed al riscaldamento globale. Sembra infatti che soprattutto alcune specie di uccelli abbiano realizzato che le temperature medie globali siano aumentate e che questo sia il trend per il futuro e che abbiano già iniziato ad adattarsi a questo cambiamento da qualche generazione.

 

Il riscaldamento globale sta modificando la forma degli uccelli

La ricerca, condotta dalla ricercatrice della Deakin University in Australia, Sara Ryding, è stata pubblicata sulla rivista Trends in Ecology and Evolution. Nello studio vengono descritti nel dettaglio, i cambiamenti morfologici che alcuni uccelli hanno adottato per far fronte all’aumento delle temperature. In particolare, le ricerche si sono concentrate su alcune parti del corpo degli uccelli, come il becco, le zampe e le altre appendici che in genere sono maggiormente coinvolte nella termoregolazione degli uccelli.

Come spiega la stessa Ryding infatti, “le appendici hanno un ruolo importante, ma spesso sottovalutato, nella termoregolazione animale come siti di scambio termico. Gli animali stanno cambiando le loro morfologie per avere appendici proporzionalmente più grandi in risposta al cambiamento climatico e all’aumento di temperatura associato”.

 

La regola di Allen: la relazione tra le appendici e la termoregolazione

Questo nuovo studio si basa su quella che è nota come regola di Allen, in accordo con la quale il ruolo termoregolatore delle appendici porta a cline geografiche (variazioni graduali delle caratteristiche di una popolazione in determinate aree geografiche adiacenti, generalmente correlate a corrispondenti variazioni ambientali) nella morfologia animale in cui gli animali a latitudini più basse, in climi più caldi, hanno appendici più grandi.

Dallo studio emerge quindi che gli animali stanno cambiando le loro morfologie per avere appendici proporzionalmente più grandi in risposta ai cambiamenti climatici e ai relativi aumenti di temperatura. Questo aumento proporzionale delle dimensioni relative delle appendici, e quindi il successivo cambiamento nelle proporzioni del corpo, può essere definito “cambiamento di forma” ed è una risposta sottovalutata al riscaldamento climatico.

Molte appendici animali, come il becco degli uccelli e le orecchie dei mammiferi, possono essere utilizzate per dissipare il calore corporeo in eccesso. Nello studio i ricercatori hanno trovato numerose prove diffuse di “cambiamento di forma”, nelle specie endoterme, in risposta al cambiamento climatico e al riscaldamento climatico ad esso associato.

Nella loro ricerca, il team guidato da Ryding ha riesaminato diversi studi sul cambiamento morfologico degli animali nel corso del tempo. Gli studi sono stati riesaminati inserendoli in un contesto termoregolatorio, trovando diverse prove che la temperatura può essere un forte predittore del cambiamento morfologico indipendentemente o combinato con altri cambiamenti ambientali.

Negli uccelli, le appendici come il becco sono superfici altamente vascolarizzate non isolate da piume e, come tali, rappresentano siti di significativo scambio termico. Allo stesso modo, le gambe senza piume o senza pelo negli uccelli e nei mammiferi sono legate alla termoregolazione. In alcuni mammiferi, come conigli e topi, le orecchie e la coda, rispettivamente, sono legate allo scambio termico.

Queste superfici sono dunque dei mezzi efficienti per regolare la dissipazione del calore. L’aumento delle temperature a causa del cambiamento climatico può dunque portare gli uccelli ad avere appendici più grandi per promuovere una più efficiente dissipazione del calore. Al contrario in climi più freddi si potrebbe osservare una predilezione per appendici più piccole.

 

Come gli uccelli e i piccoli mammiferi si stanno adattando al riscaldamento globale

Il team ha scoperto che alcune specie di uccelli, tra cui diversi pappagalli australiani, hanno mostrato un aumento delle appendici tra il 4% e il 10% dal 1871. Questi adattamenti morfologici sembrano collimare perfettamente “con la temperatura estiva ogni anno”.

Altre specie come il Junco nordamericano dagli occhi scuri hanno fornito le prove che mostrano “un legame tra l’aumento delle dimensioni del becco e le temperature estreme a breve termine in ambienti freddi”.

Non sono nemmeno solo gli uccelli a cambiare forma. L’articolo di Ryding descrive anche alcuni mammiferi, come i piccoli roditori, le cui dimensioni della coda e delle zampe stanno diventando più grandi per adattarsi all’aumento delle temperature, così come alcune specie di pipistrelli la cui apertura alare sta aumentando per far fronte alle alterazioni ambientali.

Foto di André Rau da Pixabay