L’aumento delle temperature oceaniche rappresenta una seria minaccia per le barriere coralline. Gli eventi di sbiancamento di massa hanno già ucciso vaste strisce di ecosistemi oceanici. Un team di scienziati del Carnegie Science Institute, negli Stati Uniti, ha identificato un gene, presente in alcuni tipi specifici di barriere coralline, che conferisce loro una maggiore resistenza all’innalzamento delle temperature oceaniche.
I ricercatori ora intendono analizzare il gene in dettaglio e “hackerarlo”, cioè trapiantarlo in comuni barriere coralline.
La vita dei coralli
I coralli si riproducono in due modi: sessuale e asessuato. Nella prima due individui si incrociano e generano la fecondazione, che porta alla nascita di un terzo esemplare. Nella riproduzione asessuata, le larve non fecondate dell’individuo si separano dal corpo principale. In questo caso, l’individuo risultante è un clone di quello che lo ha originato.
Gli scienziati dell’istituto americano hanno raccolto polipi fertilizzati da questo “super corallo”, rilasciati in massa in specifiche condizioni dell’acqua durante la luna piena. Quindi hanno isolato il gene HSF1, che conferisce ai coralli che lo trasportano la capacità di sopravvivere in acque più calde.
Secondo l’articolo scientifico, pubblicato il 9 novembre su PNAS, l’obiettivo del team è quello di utilizzare il metodo di editing genetico CRISPR per fertilizzare intere barriere coralline, in modo che, durante i loro successivi processi di riproduzione, gli individui risultanti possano svilupparlo resistenza da soli.
Tuttavia, la burocrazia legale sta ostacolando il processo. L’Australia, sede della Grande Barriera Corallina, ha vietato la pratica del CRISPR alcuni anni fa. Quindi, svolgere queste esperienze sulla barriera corallina sarebbe illegale.
La Grande Barriera Corallina, l’ecosistema corallino più colpito dal riscaldamento globale, sarebbe il luogo ideale per testare l’impianto genetico. Sebbene il metodo si dimostri praticabile nei test di laboratorio, la sua implementazione in questo ecosistema può ancora richiedere molto tempo.
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