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Un team di scienziati di Cina e Stati Uniti ha appena registrato una pietra miliare nel campo della ricerca sulle cellule staminali: cellule staminali umane, infatti, sono state iniettate nelle blastocisti di scimmia (prime strutture dello sviluppo embrionale nei mammiferi). Nell’esperimento, il team guidato da Juan Carlos Izpisua Belmonte è riuscito a mantenere in vita alcuni degli embrioni composti da due diversi materiali genetici per un massimo di 20 giorni. Tali organismi “misti” sono noti anche come chimere interspecie.

Izpisua Belmonte e il suo team del Salk Institute for Biological Studies in California hanno collaborato con un gruppo di ricercatori cinesi guidati da Weizhi Ji presso la Kunming University of Science and Technology nello Yunnan. Lo studio sugli embrioni chimerici di esseri umani e primati è stato pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Cell.

 

Uno studio che ha radici negli anni ’70

Le chimere dei mammiferi sono state realizzate dagli anni ’70 per studiare i primi processi di sviluppo. La differenza è che, all’epoca, gli scienziati usavano roditori e gli organismi interspecie generalmente non sopravvivevano a lungo. Il grande passo che ha reso possibile il nuovo studio è stato l’anno scorso, quando il team cinese dell’Università di Kunming ha sviluppato una tecnologia che ha permesso agli embrioni di scimmia di rimanere in vita e crescere fuori dal corpo per un lungo periodo di tempo.

Storicamente, la generazione di chimere tra gli esseri umani e altri animali è stata ostacolata dalla scarsa efficienza e integrazione delle cellule umane nella specie ospite“, ha detto Izpisua Belmonte. I progressi ora pubblicati su Cell aiuteranno gli scienziati a capire meglio come funzionano le chimere e, a loro volta, come migliorarle per la ricerca futura.

 

Esperimento riuscito, ma a quale scopo?

Mescolare cellule staminali umane con materiale genetico animale è un intervento significativo nel corso della natura, ma i ricercatori dicono di avere buone ragioni per farlo. “Dal momento che non possiamo condurre alcuni tipi di esperimenti sugli esseri umani, è essenziale disporre di modelli migliori per studiare e comprendere la biologia e le malattie umane in modo più accurato“, ha spiegato Izpisu Belmonte.

Inoltre, gli autori dello studio spiegano che il loro lavoro di generazione di chimere con cellule staminali umane “può costituire una strategia promettente per varie applicazioni della medicina rigenerativa, inclusa la generazione di organi e tessuti per il trapianto“.

Tuttavia, anche il lavoro di Izpisu Belmonte e dei suoi colleghi è stato duramente criticato. Cell è una rivista peer-reviewed, il che significa che ogni studio pubblicato passa attraverso un processo rigoroso in cui un gruppo di scienziati analizza il materiale e i risultati forniti dagli autori dello studio. Il fatto che il lavoro di Izpisu Belmonte sia stato pubblicato su questa rivista significa che nessuno degli esperti che lo hanno esaminato ha condiviso le preoccupazioni di alcuni esperti contrari.

 

Cos’è un essere umano?

L’esperimento solleva anche questioni etiche. Nello studio attuale, gli embrioni non sono sopravvissuti per 20 giorni. Ma cosa succede quando la scienza raggiunge finalmente il punto in cui chimere come queste diventano esseri completamente sviluppati?

Questa ricerca apre il vaso di Pandora alle chimere umano-non umane“, ha detto Julian Savulescu, direttore dell’Uehiro Center for Practical Ethics presso l’Università di Oxford, nel suo commento al Science Media Center. Per lui, la questione etica fondamentale riguarda quale tipo di creature siano queste chimere: fino a che punto possono pensare e sentire? Sarebbe accettabile rimuovere organi che sono stati coltivati ​​a scopo di trapianto da questi esseri? “Qual è lo stato morale di queste nuove creature?“, si chiede Savulescu. “Prima che qualsiasi esperimento possa essere condotto su chimere nate vive, o dal prelievo dei loro organi, è essenziale che le loro vite e capacità mentali siano adeguatamente valutate“. Se questi embrioni siano umani o meno è una questione aperta.