
Per la prima transazione commerciale fatta con i Bitcoin, nel 2010, forse non tutti sanno che ci sono voluti 10.000 unità di questa criptovaluta per ottenere due pizze. Dopo il suo ultimo record il 21 febbraio, di circa 48.390 euro, il suo valore è calato bruscamente, ma è comunque sufficiente per affrontare acquisti generosi.
Nel meraviglioso mondo delle criptovalute, tutto è possibile. Diversi anni fa, gli esperti sostenevano che il Bitcoin sarebbe potuto facilmente salire fino a un milione di dollari o tornare a zero. Siamo ancora oggi qui, a porci domanda ma con la consapevolezza che un ritorno allo zero è difficile da immaginare, perché sono tanti gli interessi in gioco.
Questo è il paradosso delle criptovalute e, nello specifico, della Bitcoin Era: all’origine della loro creazione, si diffuse una certa idea libertaria che il denaro potesse essere gestito utilizzando i moderni strumenti informatici in modo perfettamente sicuro senza la garanzia (e quindi la supervisione) di uno Stato e delle sue istituzioni. Ma il successo è tale, e i guadagni registrati dai fortunati detentori delle principali valute (oggi sono più di 4.000) sono così stravaganti che il fenomeno ha attratto investitori a onde.
Se a questa già folta schiera aggiungiamo i produttori dell’attrezzatura informatica necessaria per “minare” e quindi partecipare alla creazione di criptovalute, le piattaforme su cui si possono effettuare transazioni tra queste valute e quelle solite, i fondi di investimento e tutto quel che ne consegue, c’è un intero ecosistema che non dipende solo dalla sua sopravvivenza ma anche da un rapido arricchimento e che farà di tutto per portare il Bitcoin più vicino al milione di dollari che non allo zero.