coronavirus-fantascienza-virus-libro
Nelle ultime settimane, un libro di fantascienza degli anni ’80 è stato ripreso più volte a causa di aspetto particolare. Il titolo è The eyes of darkness. Al suo interno si parla di un’arma batteriologica che prende il nome di Wuhan-400, un’arma creata ad hoc e in grado di uccidere tutte le persone infettate. Ovviamente questa coincidenza ha mandato in visibilio qualche amante della teoria del complotto che pensa che il coronavirus sia una creazione di un laboratorio quindi non un virus che si è propagato naturalmente. Non è così.
L’autore del libro si è trovato a distanza di anni a dover commentare il proprio lavoro. Dean Kootz, l’uomo in questione, ha precisato che inizialmente nel libro l’arma aveva un altro nome, Gorki-400. In seguito alla caduta dell’Unione Sovietica, nelle ristampe è stato cambiato il nome così da rendere il tutto più credibile, seppure rimanga un libro di fantascienza, appunto. In ogni caso, le differenze con il Covid-19 sono tante. Questo virus reale non è così pericoloso, per esempio.

Coronavirus, tra fantascienza e realtà

La differenza principale, appunto, è la natura del virus. Nel libro è un’arma dell’uomo, nella realtà se la si vuole proprio vedere in questi termini, è un’arma della natura. Un altro aspetto diverso è la mortalità di tale virus. Nel libro risulta essere del 100% mentre attualmente, il Covid-19 uccide meno del 2% dei casi di chi è rimasto contagiato. L’ultima differenza sostanziale riguarda il periodo d’incubazione. Nel primo caso è di poche ore, appena due, mentre in questo caso si arriva anche alle 2 settimane. In sostanza, una curiosa coincidenza con il nome, niente di più.