L’efficacia di una dieta non dipende da che cosa o come mangi, ma da quando mangi. Questo è quanto suggerisce un nuovo studio americano: il cibo, infatti, viene metabolizzato diversamente a seconda della fascia oraria in cui mangiamo, portando a maggiore perdita di peso e persino alla prevenzione di malattie cardiovascolari o del diabete di tipo 2.
La chiave è quando mangiare
Oggigiorno esistono una miriade di diete, specifiche in base alle proprie esigenze. Tuttavia, l’ultimo studio americano segue la diversa prospettiva che sta prendendo la scienza nutrizionale: ossia, analizzare quando si mangia, non che cosa e quanto si mangia.
Il fattore tempo, secondo i ricercatori, sarebbe un elemento fondamentale perché, in base alle fasce orarie, il cibo viene digerito e metabolizzato in modo diverso: ciò può aiutare a perdere peso più facilmente, ma anche a prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolare e del diabete di tipo 2. “Stiamo cominciando a capire i nostri orologi biologici e come il metabolismo cambi durante alcune ore del giorno” ha affermato Andrew McHill, ricercatore dell’Oregon Institute of Occupational Health Sciences.
Orologi biologici
Allo stesso modo in cui i ritmi circadiani regolano il sonno, così anche il nostro schema alimentare dipende da ben due orologi: quello centrale del cervello, e quello periferico del corpo. La luce solare, con la conseguente alternanza giorno-notte, imposta l’orologio centrale. Invece, l’alimentazione muove quello periferico, il quale regola la secrezione degli enzimi, i quali favoriscono la digestione. L’importante è che entrambi siano sincronizzati; in caso contrario, c’è un problema di fondo.
Il nostro corpo escogita un insieme complesso di processi metabolici per aiutarci a stare svegli durante il giorno e a dormire la notte. Per esempio, circa due ore prima di andare a dormire, l’orologio centrale del cervello incrementa i processi notturni, tra cui l’aumento della secrezione di melatonina, l’ormone che regola i cicli di sonno. Un pasto mangiato subito prima di andare a dormire manda il messaggio errato all’organismo, causando uno sfasamento. “Abbiamo scoperto che se una persona ingerisce più calorie del dovuto a distanza ravvicinata dalla secrezione di melatonina, più il suo corpo sarà grasso” ha affermato lo stesso McHill in una recente intervista.
Meglio non mangiare prima di momento di coricarsi
Krista Varady, professoressa della University of Illinois di Chicago, spiega che il corpo diventa meno sensibile all’insulina man mano che trascorre la giornata. Perciò la sera il nostro organismo non può metabolizzare tutti gli zuccheri che ingeriamo come invece fa la mattina. Il segreto, quindi, sarebbe mangiare nei periodi di alta sensibilità all’insulina, quando le cellule riescono a bruciare meglio il glucosio: in questo modo, i livelli di zuccheri nel sangue rimangono bassi.
Secondo le ultime ricerche, la fascia oraria in cui concentrare i pasti va dalle 8 della mattina alle 14 circa. Ma, siccome non è possibile non mangiare nulla a partire dal pomeriggio fino alla mattina successiva, gli studiosi consigliano di mangiare per cena piatti più semplici e leggeri possibile. Secondo Varady, “va contro lo stile di vita di troppe persone. Ma, se non altro, bisogna cercare di non programmare il pasto più abbondante per la fine della giornata. Anzi, deve essere la colazione o il pranzo”.