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Usando il rivelatore Borexino, proveniente dal laboratorio italiano nel Gran Sasso, gli scienziati sono stati in grado di trovare “particelle fantasma” originarie delle profondità della Terra. Queste strane particelle, monitorate dalla comunità scientifica dalla metà del 2007, sono i geoneutrini, corpi che raramente interagiscono con la materia, essendo quindi quasi impossibili da rilevare.

Ogni secondo, circa sei milioni di queste particelle, che si formano durante il decadimento radioattivo che si verifica nelle profondità della Terra, penetrano in ogni centimetro quadrato della superficie terrestre. Ora, e con l’aiuto dello strumento di laboratorio italiano, gli scienziati sono riusciti ad identificare 53 nuovi eventi, quasi il doppio di quelli trovati finora.

I geoneutrini sono le uniche tracce dirette di decadimenti radioattivi che si verificano all’interno della Terra e producono una quantità di energia ancora sconosciuta che guida l’intera dinamica del nostro pianeta“, ha affermato Livia Ludhova, una delle scienziate che coordina il progetto scientifico di Borexino.

Questa radioattività sarebbe una specie di forza trainante per diversi fenomeni che si verificano sulla Terra, come i vulcani e il campo magnetico terrestre, la cui comprensione totale è ancora sconosciuta. Gli scienziati sperano che la scoperta di nuovi neutrini possa aiutare a rispondere a questi “misteri” della scienza moderna.

 

Gli studi cinesi sui neutrini

In Cina, è in fase di sviluppo un nuovo osservatorio di neutrini, l’Osservatorio Neutrino sotterraneo di Jiangmen (JUNO), che sarà 70 volte più grande di Borexino e che potrebbe offrire importanti informazioni su queste “particelle fantasma”.

Situato nel più grande laboratorio sotterraneo del mondo, il Borexino è “sepolto” a 1.400 metri di profondità ed è in grado di misurare fenomeni incredibilmente sensibili. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Physical Review D.