La stretta di mano oggi è universalmente utilizzata con i significati più disparati. Ci si stringe la mano per salutarsi, per congratularsi, per presentarsi, per stipulare un accordo, ed un’infinità di altri motivi in varie culture. Ma quando ha avuto origine quest’usanza?
La prima stretta di mano fu data a Babilonia
I primi accenni ad una stretta di mano sono stati trovati in Egitto in geroglifici risalenti a 5000 anni fa.
Circa nel 1800 a. C., a Babilonia nacque l’usanza secondo cui il sovrano doveva mostrare rispetto al dio Marduk, stringendo la mano alla sua statua, durante la celebrazione del nuovo anno. Quando gli Assiri invasero Babilonia, mantennero questa tradizione per evitare la ribellione del popolo conquistato, ed infine adottarono e mantennero questa tradizione, diffondendola nel medio oriente.
La prima vera documentazione storica di questo atto, risale circa al 9 sec a. C., quando la stretta di mano tra il re assiro Shalmaneser III stringe la mano al re babilonese Marduk-zakir-shumi I, fu scolpita nel trono di Shalmaneser III (che oggi si trova al museo nazionale di Baghdad).
In occidente la stretta di mano tra Divinità e tra gli sposi
In un rilievo del V sec. a. C., è raffigurata la stretta di mano tra le dee Era ed Atena, rispettivamente protettrici delle città di Samo ed Atene, a suggello dell’alleanza tra queste due città.
La stretta di mano era largamente usata, anche al tempo degli Etruschi. Ci sono raffigurazioni funebri che mostrano il defunto salutare i propri parenti con una stretta di mano. Era usata anche tra gli sposi durante il matrimonio, tradotta successivamente in latino come “Dextrarum iunctio inter coniuges”, con derivazione dall’usanza greca di chiamare la stretta di mano dexiōsis, cioè dare la destra.
Il saluto gladiatorio
Nell’antica Roma la stretta di mano consisteva in realtà nell’afferrarsi l’avambraccio o il polso dell’altra persona stringendo fortemente. Un segno che rivelava all’altra persona, anche l’assenza di armi nascoste, e si faceva fatto fra soldati e tra civili. Questo tipo di saluto è indicato dagli storici come “saluto gladiatorio”.
La stretta di mano come la conosciamo noi oggi, comunemente usata da tutta la popolazione, si è diffusa durante l’Alto Medioevo (V-X secolo d.C.). A praticarla erano soprattutto le tribù germaniche: serviva a esprimere la piena fiducia nei confronti di chi si incontrava in quanto impegnando la propria mano destra, era infatti impossibile sfoderare la spada per difendersi.
La stretta di mano moderna
Nel corso dei secoli la stretta di mano è passata da quella antica più vigorosa ad un gesto più gentile, adattandosi ai contesti delle diverse epoche. In una guida di fine ‘800 è scritto “un gentiluomo che preme brutalmente la mano che gli offre il saluto, o che lo scuote con troppa violenza, non dovrebbe mai avere l’opportunità di ripetere la sua offesa“.
Paese che vai…stretta che trovi
Questo gesto è cambia anche nelle diverse culture. Ad esempio n Turchia, è scortese stingere la mano troppo vigorosamente. Meglio un gesto più delicato ma che duri anche qualche secondo.
Per salutarsi in Thailandia ed in Giappone, non ci si stringe la mano ma si congiungono le mani al petto, facendo a combaciare i palmi, accennando un inchino con il capo leggermente reclinato.
La stretta di mano guarda l’età in Cina. I giovani tenderanno per primi la mano la mano e si salutano prima i più anziani, ed il saluto è accompagnato anche qui da un leggero inchino evitando il contatto visivo diretto, considerato segnale di sfida. Al contrario di ciò che accade in Cina, in Corea del Sud sono gli anziani a tendere la mano ai più giovani, con un gesto leggera e veloce.
In Marocco ed in molti paesi Arabi, ci si stringe la mano solo tra persone dello stesso sesso.
Negli Emirati Arabi, come in Cina sono i giovani a tendere la mano per primi. La stretta deve essere vigorosa e decisa e, soprattutto, deve durare per alcuni secondi, lasciare la stretta troppo presto potrebbe essere visto come un gesto offensivo.