
Chiunque ha sperimentato almeno una volta quella sensazione frustrante: sai che conosci una parola, magari il nome di un attore o il titolo di un film, ma non riesci a tirarla fuori. Sai che è lì, da qualche parte nella mente. Ma resta bloccata.
Questo fenomeno è noto come “tip-of-the-tongue” (TOT), o in italiano, “sulla punta della lingua“. E non è solo un caso: la scienza ha studiato in dettaglio cosa succede nel cervello in questi momenti.
Come funziona la “caccia alla parola” nel cervello
Quando una parola fatica ad emergere, il cervello attiva una rete di aree specializzate per tentare di recuperarla. È come cercare un libro in una biblioteca immensa e un po’ disordinata.
Tre regioni cerebrali sono particolarmente coinvolte:
Corteccia cingolata anteriore: riconosce il conflitto cognitivo. È quella che “si accorge” che stiamo cercando una parola ma non la troviamo.
Corteccia prefrontale: valuta se le informazioni recuperate sono corrette, come un filtro che controlla ciò che emerge.
Insula: aiuta ad accedere ai suoni della parola, cioè alla sua struttura fonologica.
Tutte insieme, queste aree collaborano come un team di ricerca per riassemblare i pezzi mancanti e trovare il termine cercato.
Cosa cambia con l’età?
Il fenomeno del TOT diventa più frequente con l’età, ma non è necessariamente indice di un problema serio.
Con il tempo, alcune delle aree coinvolte, come l’insula e la corteccia cingolata anteriore, possono perdere parte della loro efficienza. Questo accade naturalmente: il cervello invecchia come ogni altro organo.
Un po’ come in una biblioteca dove gli scaffali si disorganizzano, il cervello può faticare a trovare le “parole libro” al momento giusto.
Possiamo fare qualcosa per migliorare?
Sì. Gli scienziati parlano di riserva cognitiva: una sorta di “scorta di energia mentale” che si costruisce con attività stimolanti, movimento fisico e relazioni sociali.
Più arricchiamo la nostra mente durante la vita, più sarà facile per il cervello adattarsi ai cambiamenti.
Inoltre, in caso di parola bloccata, fermare lo sforzo e distrarsi può aiutare. Spesso la parola riemerge spontaneamente quando smettiamo di cercarla con insistenza.
Non è un errore, è un segnale
Avere una parola sulla punta della lingua non è un segno di fallimento del cervello, ma una dimostrazione della sua complessità.
Anche i processi più semplici, come richiamare una parola, coinvolgono più aree che collaborano tra loro.
Quindi, la prossima volta che succede, respira, rilassati… e confida nel tuo cervello: prima o poi quella parola arriverà.