
Abitare vicino al mare non è solo un sogno da cartolina: secondo numerosi studi, è anche una scelta che migliora il benessere psicofisico. La scienza parla chiaro: vivere in prossimità di ambienti naturali acquatici – come il mare, ma anche laghi e fiumi – favorisce la salute mentale, riduce lo stress e aumenta i livelli di felicità percepita.
A confermarlo è una recente ricerca pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment, che ha analizzato i dati di decine di città costiere nel mondo. L’esito? Le persone che vivono vicino all’acqua riportano minori livelli di ansia e depressione rispetto a chi abita in aree più lontane dalle coste.
I benefici invisibili della “blue zone”
I vantaggi non sono solo psicologici. La presenza del mare invita a uno stile di vita più attivo, spingendo le persone a camminare di più, fare sport all’aperto e trascorrere più tempo nella natura. Il rumore delle onde e la vista dell’acqua hanno effetti calmanti documentati: stimolano la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore, e riducono il cortisolo, l’ormone dello stress.
Secondo gli studiosi, si tratta di un beneficio ambientale misurabile, al pari della vicinanza a parchi o boschi. In molti casi, vivere al mare ha un impatto positivo simile a quello di un’attività fisica regolare o di una terapia psicologica.
Una spinta al benessere accessibile (ma non per tutti)
Se è vero che il mare fa bene, resta una questione da considerare: la vita costiera è spesso più costosa e meno accessibile, soprattutto nelle grandi città. Tuttavia, anche soggiorni regolari o brevi permanenze in località marine possono offrire benefici tangibili, soprattutto se associati a momenti di relax, contatto con la natura e attività all’aperto.
In un’epoca in cui lo stress urbano pesa sempre di più sulla salute mentale, il mare si conferma una risorsa di benessere naturale, accessibile a chi sceglie – o riesce – a vivere in sua compagnia. E, forse, anche una cura silenziosa a portata di respiro.
Foto di kordula vahle da Pixabay