
Le foreste fantasma sono aree costiere un tempo rigogliose, ora popolate da alberi morti, scheletrici e incapaci di rigenerarsi. Questo fenomeno, documentato su larga scala negli Stati Uniti, dalla baia di Chesapeake alla penisola di Albemarle-Pamlico, rappresenta una prova tangibile del collasso degli antichi ecosistemi costieri.
La causa principale: l’intrusione di acqua salata
Alla base della comparsa delle foreste fantasma c’è la salinizzazione delle falde acquifere:
- L’acqua salata invade il suolo, alterando il suo equilibrio chimico.
- Le radici degli alberi non riescono più ad assorbire l’acqua dolce necessaria alla loro sopravvivenza.
- Il processo è lento ma irreversibile: una volta morta, la foresta non può più rinascere.
Il cambiamento è accentuato da innalzamento del livello del mare, siccità e uragani che trasportano acqua salata nell’entroterra.
Un cambiamento visibile dallo spazio
Grazie alle immagini satellitari della NASA, le foreste fantasma sono osservabili come macchie grigie e marroni che si stagliano sul verde della vegetazione viva.
Nella Carolina del Nord, ad esempio, le foreste fantasma si sono espanse rapidamente negli ultimi decenni.
Non solo perdita ecologica: le nuove zone umide non compensano
Sebbene alcune aree morte si trasformino in zone umide, la nuova vegetazione — spesso dominata da specie invasive come il Phragmites australis — non sostituisce adeguatamente l’ecosistema originario:
- Le nuove piante non sostengono la stessa biodiversità.
- Il cambiamento avviene troppo velocemente perché la fauna locale possa adattarsi.
Inoltre, anche l’impatto sul ciclo del carbonio è ancora poco chiaro: alcune foreste morte accumulavano più carbonio delle paludi che le hanno sostituite.