
Non tutta la felicità è fatta della stessa materia. Esiste una felicità che dura pochi attimi, intensa e improvvisa, e un’altra che si costruisce nel tempo, più sottile ma stabile. Un nuovo studio internazionale ha approfondito le differenze tra felicità momentanea e duratura, offrendo spunti preziosi per comprendere meglio il nostro benessere.
Il piacere dell’attimo: la felicità momentanea
Chi non ha mai provato quella gioia istantanea scatenata da una bella notizia, un abbraccio improvviso o una canzone che amiamo? Questa forma di felicità, spiegano i ricercatori, è legata alla dopamina, il neurotrasmettitore del piacere.
Si nutre di stimoli sensoriali e gratificazioni rapide: una cena deliziosa, un acquisto riuscito, un like sui social. È potente, ma passeggera. Il cervello ne chiede sempre di più, come un piccolo assaggio che ci lascia con la voglia di un’altra porzione.
Felicità duratura: radici profonde e relazioni vere
Diversa è la felicità che si sedimenta nel tempo, quella che non fa scintille ma crea calore. Questo tipo di benessere nasce da relazioni significative, crescita personale e senso di scopo. La sua chimica coinvolge serotonina e ossitocina, ormoni legati alla stabilità emotiva e alla connessione sociale.
È una felicità meno appariscente, ma più resiliente agli alti e bassi della vita. Spesso passa per il silenzio, l’ascolto, la cura di sé e degli altri.
Trovare l’equilibrio tra due felicità
Il segreto, dicono gli esperti, non è scegliere tra l’una o l’altra, ma imparare a riconoscerle e coltivarle entrambe. La felicità momentanea rende la vita più leggera, quella duratura le dà senso.
In un’epoca che ci spinge a cercare soddisfazione immediata, investire in ciò che ha valore nel tempo può fare la differenza. Un equilibrio possibile, e forse necessario, per essere davvero felici.