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Foto di congerdesign da Pixabay

Tamburellare con le dita, toccarsele o ripetere un piccolo gesto ritmico con le mani: tutti comportamenti che spesso consideriamo futili, o addirittura nervosi. Eppure, secondo una recente ricerca dell’Università di Aix-Marseille, questi micro-movimenti hanno un impatto diretto sulla nostra capacità di comprendere il linguaggio, specialmente in situazioni di ascolto difficili.

Lo studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, ha dimostrato che il coinvolgimento motorio del corpo può potenziare l’efficienza dell’ascolto e dell’elaborazione linguistica. Una scoperta che apre scenari sorprendenti per l’apprendimento, la comunicazione e persino la riabilitazione linguistica.

Ritmo e linguaggio: un legame naturale

Il linguaggio parlato segue dei ritmi ben precisi, tra pause, accenti e intonazioni. Il cervello umano, per comprenderlo al meglio, deve “sintonizzarsi” su questi schemi ritmici. Gli scienziati francesi hanno dimostrato che questa sintonia può essere stimolata fisicamente: ad esempio, facendo tamburellare le dita prima di ascoltare una frase immersa nel rumore.

Nei test, chi eseguiva un semplice gesto ritmico riusciva a comprendere meglio le parole, rispetto a chi ascoltava passivamente o seguiva il ritmo solo con l’orecchio. La chiave era il movimento, non solo l’udito.

Un superpotere per tutti i giorni

Questi risultati evidenziano il ruolo cruciale del sistema motorio nell’elaborazione del linguaggio, suggerendo che i nostri gesti anticipano e supportano la comprensione. Non si tratta solo di parole: il corpo coopera con la mente, in un flusso continuo e sottile.

La prossima volta che ti trovi a toccarti le dita mentre ascolti o parli, non interromperti: quel gesto potrebbe aiutarti a concentrarti, a comprendere meglio, a essere più presente nella conversazione. Un piccolo superpotere quotidiano, che ci ricorda quanto siamo fatti per comunicare – con tutto il corpo.

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