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Tenochtitlán, la capitale dell’Impero Azteco, rappresenta un esempio straordinario di urbanizzazione sostenibile ante litteram. Fondata nel 1325 su un’isola del lago Texcoco, nell’attuale Messico, la città fu costruita con una pianificazione attenta che integrava le esigenze della popolazione con il rispetto dell’ambiente circostante. Grazie a soluzioni innovative, come le chinampas e un efficiente sistema di approvvigionamento idrico, Tenochtitlán riuscì a sostenere una popolazione stimata tra i 200.000 e i 300.000 abitanti, diventando una delle città più grandi del mondo all’epoca.

Uno degli aspetti più affascinanti della città era il sistema delle chinampas, una tecnica agricola avanzata che prevedeva la costruzione di isole artificiali per la coltivazione. Questi orti galleggianti non solo permettevano di sfruttare al massimo le risorse idriche del lago, ma garantivano anche una produzione agricola abbondante e sostenibile, contribuendo all’autosufficienza alimentare della popolazione.

 

Tenochtitlán, la città Azteca pioniera della sostenibilità e dell’igiene urbana

L’approvvigionamento idrico di Tenochtitlán era un altro esempio di ingegneria avanzata. La città disponeva di un sofisticato sistema di acquedotti che trasportavano acqua dolce dalle sorgenti circostanti, separandola dall’acqua salmastra del lago Texcoco. Gli Aztechi costruirono inoltre dighe e canali per gestire i livelli d’acqua e prevenire inondazioni, dimostrando una profonda comprensione della gestione ambientale.

L’igiene urbana era un’altra area in cui Tenochtitlán eccelleva. La città vantava un sistema di fognature ben progettato, con canali di scolo che garantivano la rimozione delle acque reflue. Inoltre, gli Aztechi attribuivano grande importanza alla pulizia personale, utilizzando saponi naturali e praticando rituali di purificazione. Le strade venivano regolarmente pulite da squadre di operai, mantenendo l’ambiente urbano salubre.

Dal punto di vista dell’urbanistica, la città era organizzata secondo un rigoroso schema a griglia, con strade ampie e canali navigabili che facilitavano il trasporto e il commercio. Le diverse zone della città erano destinate a specifiche funzioni, come il mercato centrale di Tlatelolco, uno dei più grandi e organizzati del mondo precolombiano, dove venivano scambiati beni provenienti da tutto l’impero.

 

Contribuendo a mantenere un equilibrio tra uomo e ambiente

La sostenibilità di Tenochtitlán si rifletteva anche nella sua economia circolare. Gli Aztechi erano abili nel riciclo dei materiali, riutilizzando rifiuti organici come fertilizzanti per le chinampas e trasformando scarti tessili in nuovi prodotti. Anche la costruzione degli edifici rispondeva a criteri di efficienza, utilizzando materiali locali e rinnovabili. Il rispetto per l’ambiente era profondamente radicato nella cultura azteca, che vedeva la natura come un’entità sacra da proteggere. I sacerdoti e i governanti promuovevano pratiche sostenibili, come la riforestazione e la protezione della fauna locale, contribuendo a mantenere un equilibrio tra uomo e ambiente.

Nonostante la conquista spagnola del 1521 abbia portato alla distruzione della città, le innovazioni di Tenochtitlán continuano a ispirare gli urbanisti moderni. La loro visione di un’urbanizzazione sostenibile, basata sull’armonia con la natura e su soluzioni pratiche per la gestione delle risorse, rappresenta un modello da studiare e adattare alle sfide contemporanee.

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