cromosoma sindrome di Down
Foto di beasternchen da Pixabay

Un recente studio pubblicato sulla rivista PNAS Nexus ha dimostrato la possibilità di eliminare in laboratorio il cromosoma in eccesso responsabile della sindrome di Down. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’utilizzo di tecniche di editing genetico, come la CRISPR, su cellule coltivate in vitro. I risultati di questa sperimentazione potrebbero aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per affrontare le condizioni genetiche causate da anomalie cromosomiche. La sindrome di Down è dovuta alla presenza di una terza copia del cromosoma 21, che altera lo sviluppo fisico e cognitivo di chi ne è affetto.

La sindrome di Down, nota anche come trisomia 21, è causata dalla presenza di una terza copia del cromosoma 21 nel patrimonio genetico umano. Questa anomalia cromosomica provoca disabilità cognitive e aumenta il rischio di sviluppare condizioni come epilessia, morbo di Alzheimer precoce, leucemia infantile, oltre a difetti cardiaci, del sistema immunitario ed endocrino.

 

Sindrome di Down: gli scienziati rimuovono il cromosoma in eccesso in laboratorio

La ricerca giapponese ha utilizzato la tecnologia CRISPR per rimuovere selettivamente la copia extra del cromosoma 21 nelle cellule coltivate. Questo approccio rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione e nel potenziale trattamento della sindrome di Down, sebbene l’applicazione clinica sia ancora lontana.

Già nel 2013, alcuni scienziati statunitensi erano riusciti a “spegnere” una delle copie del cromosoma 21 utilizzando il gene XIST, che induce modifiche strutturali al cromosoma, rendendolo inattivo. Questo metodo era stato applicato su cellule staminali pluripotenti derivate da pazienti con sindrome di Down, correggendo gli schemi anomali di crescita e differenziazione tipici della condizione.

La recente ricerca giapponese si distingue per l’approccio diretto di eliminazione del cromosoma extra, piuttosto che il suo silenziamento. Tuttavia, è importante sottolineare che questi risultati sono stati ottenuti in vitro e che l’applicazione clinica sull’uomo richiederà ulteriori studi e verifiche.

 

Migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione

Le sfide principali riguardano la sicurezza e l’efficacia dell’eliminazione del cromosoma extra nelle cellule umane. È fondamentale garantire che tali interventi non causino effetti collaterali indesiderati o compromettano altre funzioni cellulari. Inoltre, l’implementazione di queste tecniche in un contesto clinico richiederà lo sviluppo di metodi per la somministrazione sicura ed efficace della terapia genica nei pazienti.

Nonostante le difficoltà, questi progressi rappresentano una speranza per future terapie mirate alla correzione delle anomalie genetiche alla base della sindrome di Down. La possibilità di intervenire direttamente sul genoma apre nuove prospettive per migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione.

È essenziale continuare a sostenere la ricerca in questo campo, promuovendo studi preclinici e clinici che possano valutare l’efficacia e la sicurezza di queste nuove strategie terapeutiche. Solo attraverso un impegno costante nella ricerca scientifica sarà possibile trasformare queste scoperte in trattamenti concreti per i pazienti.

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