social media disturbi alimentari
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I disturbi alimentari rappresentano una sfida crescente nella nostra società moderna, e sempre più evidenze indicano che i social media svolgano un ruolo significativo nella loro perpetuazione. Le piattaforme online, con la loro capacità di creare e amplificare le cosiddette “echo chambers” o camere di risonanza, possono contribuire in modo significativo alla diffusione di idee e comportamenti dannosi legati all’alimentazione. I ricercatori hanno utilizzato l’apprendimento automatico per analizzare milioni di tweet, scoprendo un ciclo preoccupante in cui i contenuti dannosi relativi ai disturbi alimentari sono facilmente accessibili e spesso intrecciati con discussioni regolari sulla dieta.

Le camere di eco sui social media rafforzano l’esposizione ai contenuti sui disturbi alimentari, con un’interazione minima con prospettive opposte o correttive. Lo studio suggerisce di utilizzare modelli linguistici avanzati per misurare e moderare sistematicamente le narrazioni dannose all’interno delle comunità online, offrendo una potenziale soluzione per mitigare questi effetti.

 

Disturbi alimentari, ecco come i social media possano influenzarli

I social media spesso promuovono un’immagine irrealistica del corpo e dell’alimentazione attraverso l’uso massiccio di foto ritoccate e di influencer che mostrano stili di vita apparentemente perfetti. Questi standard irrealistici possono portare le persone a confrontare il proprio corpo e il proprio comportamento alimentare con quelli presentati online, generando insicurezze e comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione. Le echo chambers sui social media tendono a raccogliere individui con interessi e opinioni simili, creando un ambiente in cui i contenuti dannosi legati all’alimentazione possono circolare liberamente e incontrare poco o nessun contrasto critico. Ciò significa che idee erronee su diete estreme, restrizioni alimentari e altri comportamenti nocivi possono diffondersi rapidamente e trovare una sorta di legittimazione all’interno di questi gruppi online.

Inoltre tendono a rinforzare i preconcetti esistenti anziché sfidarli. Le persone che già soffrono di disturbi alimentari possono trovare conferma e sostegno ai loro comportamenti dannosi all’interno di questi gruppi, mentre coloro che cercano aiuto e informazioni accurate possono essere respinti o ignorati. Ciò può creare un ciclo negativo in cui le persone sono sempre più isolate nelle proprie convinzioni dannose. Gli adolescenti e i giovani sono particolarmente vulnerabili all’influenza dei social media, poiché sono in una fase della vita in cui sono più sensibili alle pressioni sociali e alle aspettative esterne. Le echo chambers sui disturbi alimentari presenti online possono avere un impatto significativo sulla percezione del corpo e sull’atteggiamento nei confronti dell’alimentazione di questi giovani, contribuendo così all’insorgenza di disturbi alimentari.

Uno dei problemi principali legati alla presenza dei disturbi alimentari sui social media è la mancanza di contenuti educativi e informativi. Spesso, le persone che cercano aiuto o informazioni su problemi legati all’alimentazione possono essere travolte da una marea di contenuti dannosi e poco accurati, senza avere accesso a risorse affidabili e basate su evidenze scientifiche. Le piattaforme sociali hanno la responsabilità di affrontare attivamente il problema dei disturbi alimentari all’interno dei loro spazi online. Ciò potrebbe includere la promozione di contenuti educativi e di supporto, la moderazione attiva dei contenuti dannosi e la collaborazione con esperti nel campo della salute mentale e dell’alimentazione per fornire risorse accurate e affidabili agli utenti.

Infine, è essenziale promuovere una cultura del benessere sui social media, che valorizzi la diversità dei corpi e promuova un approccio equilibrato all’alimentazione e all’esercizio fisico. Le piattaforme possono svolgere un ruolo chiave nel cambiare le narrazioni e nel creare spazi online inclusivi e accoglienti per tutti. I social media possono svolgere un ruolo significativo nell’alimentare le echo chambers dei disturbi alimentari, diffondendo standard irrealistici, contenuti dannosi e rinforzando preconcetti dannosi. Affrontare questo problema richiede un impegno da parte delle piattaforme sociali, degli individui e della società nel suo complesso per promuovere una cultura del benessere e fornire risorse educative e di supporto agli utenti online.

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