Il sushi è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, ma ciò solleva la domanda se possa comportare rischi per la salute. Un recente studio condotto da Hyejeong Lee, una studentessa di dottorato dell’Università norvegese di Scienza e Tecnologia, ha esaminato la sicurezza del sushi, in particolare in relazione ai batteri presenti nel pesce crudo.
Lee, specializzata in microbiologia e sicurezza alimentare, ha sottoposto campioni di sushi a esperimenti in laboratorio anziché consumarli. Ha tritato piccoli pezzi di pesce crudo e li ha mescolati in una soluzione di peptone, un brodo ricco di sostanze nutritive. Successivamente, ha coltivato colture batteriche utilizzando piastre di agar.
Gli esperimenti hanno rivelato la presenza di colonie di batteri Aeromonas, comuni nel pesce crudo, nell’acqua e nel suolo. Mentre gli Aeromonas in genere non rappresentano un grave rischio per le persone con un sistema immunitario sano, possono causare diarrea e infezioni delle ferite, soprattutto in individui anziani o con difese immunitarie deboli.
Ciò che preoccupa gli scienziati è che gli Aeromonas possono scambiare il loro materiale genetico con altri batteri ambientali, acquisendo geni di resistenza agli antibiotici. La resistenza agli antibiotici è una delle principali minacce globali alla salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Anche se i batteri resistenti agli antibiotici presenti nel sushi potrebbero non far ammalare immediatamente chi lo mangia, rappresentano una minaccia per la salute pubblica poiché possono diffondersi dagli alimenti a mani, vestiti e altri oggetti. In caso di malattia, possono rendere le infezioni più difficili, se non impossibili, da trattare.
Non è la prima volta che gli scienziati analizzano il sushi sotto il microscopio. In uno studio precedente, è stato scoperto che l’erba cipollina cruda, spesso presente nei piatti di sushi in Norvegia, era una fonte di Aeromonas. Dal momento che queste verdure vengono servite crude, possono ospitare batteri come gli Aeromonas nel terreno.
Molte persone cercano cibi crudi, ritenuti più salutari, ma non sempre supportati da prove scientifiche. Tuttavia, i cibi crudi possono aumentare il rischio di contaminazione batterica, anche se alcune barriere naturali, come l’ambiente acido del riso utilizzato nel sushi, possono rallentare la crescita dei batteri.
La soluzione non è necessariamente smettere di mangiare sushi, ma queste scoperte mettono in rilievo l’importanza di affrontare la crisi della resistenza agli antibiotici. L’uso diffuso di antibiotici nell’agricoltura e nell’allevamento di bestiame contribuisce al problema. Questo studio rappresenta un ulteriore richiamo all’importanza di sviluppare sistemi di produzione alimentare sostenibili.