phubbing
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In un mondo costantemente connesso, il fenomeno del “phubbing” si fa strada nelle nostre interazioni sociali, scavando lentamente trincee di distrazione tra noi e coloro che ci circondano. Il termine stesso, derivante dall’unione di “telefono” (phone, in inglese) e “snubbing” (o trascurare), offre una chiara descrizione di un comportamento che può scuotere le fondamenta delle nostre relazioni e generare conseguenze talvolta sconcertanti.

Il phubbing non è soltanto una sorta di semplice distrazione, bensì un atteggiamento intenzionale. Quando il tuo partner, un collega, un amico o un parente cercano il tuo coinvolgimento, preferire la schermata del telefono al loro cospetto può avere un impatto profondo. È una scelta egoistica che spesso nasconde la paura di affrontare una conversazione, esprimere il proprio pensiero o investire energia in un contesto sociale.

La facilità con cui si può cadere nel tranello del phubbing potrebbe ingannare, ma i danni che questo comportamento può arrecare alle nostre relazioni non dovrebbero essere sottovalutati. Cosa c’è dietro il nostro agire quando “phubiamo” qualcuno? E quali passi possiamo compiere per sfuggire a questa prigionia digitale che mina le nostre relazioni?

 

Cosa c’è dietro il phubbing

Il termine “phubbing” potrebbe non essere ancora stato incastonato negli arcaici dizionari che siamo soliti consultare, ma si è fatto strada con successo nella cultura popolare contemporanea. Questo termine che unisce “telefono” e “snubbing” rappresenta una spia vivida dei cambiamenti sociali che stiamo affrontando.

Il phubbing non è un fenomeno virtuale, bensì un’azione tangibile. Ignorare qualcuno, specialmente il partner, a favore del telefono è il nucleo di questo atteggiamento. Considera questi esempi:

– Seduto a cena con il partner, anziché instaurare una conversazione, ti perdi in un flusso di tweet attraverso il tavolo.
– Mentre guardi un film insieme al tuo partner, e il film non ti piace, invece di esprimere il tuo disinteresse, opti per il telefono, inviando messaggi agli amici come mezzo di fuga.
– Tua sorella è arrabbiata e vuole parlarti. Preferendo evitare la situazione, fissi lo schermo del telefono mentre parla, sperando che capisca il tuo disinteresse.

La linea di demarcazione tra questi esempi è chiara: il phubbing emerge quando vi è l’aspettativa sociale di interagire con l’altro individuo e prestare attenzione. Tuttavia, in momenti di pausa o quando devi rispondere a qualcosa di urgente, il phubbing non si verifica.

Il phubbing ha radici profonde nella realtà, sebbene la parola stessa sia piuttosto giovane. Gli effetti negativi di un uso eccessivo dello schermo sono supportati da ricerche che collegano l’abuso della tecnologia a sfide di salute mentale come la regolazione emotiva, la bassa autostima e persino a cambiamenti fisici, quali insonnia, emicranie e modifiche nella materia grigia del cervello.

La scelta di praticare il phubbing, ripetutamente, può minare le relazioni, generando un senso di mancanza di rispetto e interesse nell’altro individuo. Un legame che richiede impegno e attenzione rischia di spezzarsi quando uno dei due coinvolti opta per la facile fuga digitale. Con il tempo, il phubbing può trasformarsi in un divorzio o contribuire a comportamenti tossici, quali il tradimento come atto di rivalsa.

Ma quale è il verdetto sul phubbing?

È un’azione che danneggia o che può avere anche qualche aspetto positivo? In effetti, il phubbing è un comportamento negativo, quasi antisociale, con potenziali conseguenze sfavorevoli sulla qualità delle tue relazioni. Avere un cellulare è una comodità, ma se noti che la tua presenza virtuale irrita gli altri, è probabile che il tuo phubbing stia causando frizioni nelle relazioni.

Come possiamo interrompere questa catena distruttiva? Alcuni suggerimenti includono:

Disattivare le notifiche dei social media e dei messaggi quando sei con famiglia, amici o il partner romantico.
Valutare il momento e il luogo in cui usi il telefono. Dovresti prestare attenzione al tuo interlocutore invece di scrutare lo schermo?
Riflettere sul motivo per cui trovi più confortevole usare il telefono piuttosto che interagire con gli altri. Un terapeuta può aiutarti in questa esplorazione.
Ammettere che il tuo comportamento è maleducato. Rinunciare alla situazione è facile, ma perderne il controllo potrebbe essere devastante.
Analizzare il tempo speso sullo smartphone attraverso le impostazioni dell’applicazione. Questo può rivelare abitudini da modificare per investire in attività più positive e significative.

Meriti di goderti la vita reale, distogliendo lo sguardo dallo schermo per il bene della tua salute mentale. Provare a cenare con la famiglia senza telefoni può rivelarsi illuminante. La mindfulness e il focus sul momento presente possono incrementare il benessere.

In definitiva, il phubbing è una scelta di ignorare chi merita la nostra attenzione. Anche se sembra che il tuo telefono detenga il tuo mondo, ricorda che quando l’occasione giusta si presenterà, il telefono sarà ancora lì, proprio dove lo hai lasciato. Quindi, mettilo da parte per un po’: ne sarai contento.