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E se vi dicessimo che la famosa fiaba “La Bella e la Bestia” è stata ispirata da una storia vera? No, non c’era un principe che si sarebbe trasformato in un mostro e sarebbe rimasto tale per sempre, quando tutti i petali di una rosa incantata sarebbero caduti. Ma è bene sapere che ci sono macchie di verità nella storia del 1740.

 

La vera storia

La fiaba è stata parzialmente ispirata dalla tragica storia di un uomo di nome Pedro González. Nato a Tenerife nel 1537, González fu donato al re Enrico II di Francia nel 1547. L’uomo soffriva di una mutazione genetica chiamata ipertricosi, nota anche come sindrome del lupo mannaro, che gli causava un’eccessiva crescita di peli sul corpo e sul viso. Nel 2019, 17 bambini hanno contratto la sindrome dopo aver assunto un medicinale contaminato con un prodotto per la caduta dei capelli.

Nel corso della storia, ci sono meno di 50 registrazioni di questa condizione e le persone con questa sindrome sono state da sempre considerate alla stessa stregua di mostri e attrazioni da circo. Fu proprio per questo motivo che González fu offerto come oggetto al re di Francia.

Quando si rese conto della sua intelligenza, il monarca decise di nominare l’uomo Petrus Gonsalvus e di dargli un’istruzione. Nel corso del tempo, lo spagnolo ha imparato tre lingue ed è diventato un esperto in tutte le etichette di corte. Petrus finì per diventare un servitore in livrea e servire la tavola reale. Studiò anche legge, fu cantastorie per il piccolo Carlo IX e iniziò persino a insegnare legge all’Università della Sorbona nel 1582.

Dopo la morte del re Enrico II, la sua vedova Caterina de’ Medici decise di utilizzare Petrus come cavia e iniziò un esperimento per scoprire come sarebbero stati i figli dell’uomo. Nel 1570, il “mostro” Petrus sposò la “bella” Catherine Raffelin, figlia di un ricco mercante francese. La coppia non si è mai incontrata prima del matrimonio e la regina non ha mai rivelato alla sposa la particolarità dell’aspetto del marito. Nonostante il probabile shock iniziale di Caterina, la coppia convolò a nozze ed ebbe e sette figli. Quattro dei bambini nacquero con ipertricosi.

L’esito di questa storia è anche molto più triste di quello della fiaba: Petrus ha continuato a essere trattato come un’aberrazione, così come i suoi figli con la sindrome del lupo mannaro. La famiglia fu mandata in giro per l’Europa in modo che le varie famiglie reali potessero vederli, e i bambini furono offerti alle corti, dove furono trattati come animali domestici.

La coppia si è trasferita in Italia, dove sono rimasti fino alla morte. Non c’è traccia della morte di Petrus, probabilmente perché non era considerato pienamente umano e quindi non aveva diritto a una sepoltura cristiana.