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Fatica. Fa parte della vita della stragrande maggioranza delle persone che conosciamo. Compreso noi stessi. L’ideale è non fingere che lo stress non esista. L’ideale è combattere lo stress e saperlo combattere. O almeno sapere come affrontarlo.
Questa idea è rafforzata da uno studio pubblicato sulla rivista Nature, proprio su come proteggere gli adolescenti dallo stress. La risposta è un “intervento di mentalità sinergica”.
Cosa si intende per “mentalità sinergica”
I ricercatori di diverse università degli Stati Uniti d’America si sono concentrati su oltre 4.000 adolescenti nelle scuole, ma hanno avvertito che l’approccio può essere applicato anche agli adulti.
In primo luogo, hanno spiegato ai volontari cos’è questa mentalità: saper interpretare le risposte del corpo allo stress (il battito cardiaco accelerato, per esempio) per trasformare queste reazioni in qualcosa di utile, di buono, non dannoso. Dopo la prima sessione, ci sono state già conseguenze positive sulla salute mentale e sulle risposte fisiologiche dei partecipanti.
Questa “mentalità sinergica” riunisce due approcci: la “mentalità di crescita” – sviluppare le capacità e l’intelligenza necessarie per svolgere compiti stressanti, sapendo come superare tali compiti – e la “mentalità che migliora lo stress”: le risposte psicologiche e fisiologiche possono aiutare a ottimizzare le prestazioni di ciascuno, e non distrarre, fermare.
Insomma: hanno trasmesso agli adolescenti l’idea che lo stress va affrontato frontalmente, combattuto e affrontato.
Alcuni partecipanti hanno parlato delle loro qualità e virtù, davanti a giurie che stavano (intenzionalmente) svalutando il discorso. Poi hanno analizzato l’intensità dello stress nella loro vita quotidiana e la loro autostima. Coloro che hanno completato le sessioni con mentalità sinergica hanno mostrato una ridotta autostima negativa giornaliera, rispetto a coloro che non hanno seguito queste sessioni. Più autostima, meno impatto dello stress, non sentirsi male con se stessi.
Questa mentalità, secondo i ricercatori, ha protetto i partecipanti dagli effetti negativi della salute mentale legata allo stress. Nel lungo periodo, a livello scolastico, la probabilità di passare all’anno accademico successivo è stata del 14,4% più alta nei volontari.