
Molti tra quanti sono guariti dal Covi-19 lamentano nebbia cerebrale, difficoltà di concentrazione e confusione. Diversi ricercatori stanno cercando di capire se le infezioni potrebbero avere conseguenze a lungo termine per il cervello. I risultati non sono rassicuranti.
I tre nuovi studi, presentati alla conferenza internazionale annuale dell’Alzheimer’s Association a Denver, hanno esaminato diversi aspetti del legame tra Covid-19 e problemi cerebrali. Per ora, nessuno degli studi è stato sottoposto a revisione paritaria – lo standard per la ricerca scientifica – e i risultati sono preliminari. Tuttavia, i risultati hanno lasciato gli esperti a disagio, soprattutto perché ci sono ancora molte domande senza risposta.
La ricerca
Gli scienziati hanno scoperto cambiamenti nella biologia del cervello dopo il ricovero in ospedale di pazienti con Covid-19. Ad esempio, uno dei sondaggi, condotto dagli investigatori della New York University Langone Health, ha esaminato 310 pazienti Covid-19 over 60 che sono stati ricoverati in ospedale. Circa la metà ha avuto sintomi neurologici, principalmente confusione. I pazienti con sintomi avevano livelli ematici più elevati di marcatori spesso associati a danni cerebrali e Alzheimer.
I ricercatori sono preoccupati che i sintomi cerebrali persistenti possano portare alla demenza anni o decenni dopo l’infezione da Covid-19. “Non lo sappiamo ancora, ma dobbiamo capire“, ha detto Heather Snyder, vicepresidente delle relazioni mediche e scientifiche dell’Alzheimer’s Association. Già Ronald Petersen , direttore del Centro di ricerca sulla malattia di Alzheimer presso la Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, afferma che la durata dei sintomi del Covid-19 rimane poco chiara.
Petersen ha affermato che è troppo presto per capire cosa succeda nel cervello delle persone con sintomi a lungo termine, ma ritiene che questa condizione sia probabilmente dovuta a un’infiammazione persistente o agli effetti collaterali della malattia, che si verificano durante l’infezione.
George Vavougios, l’autore principale di uno dei nuovi studi, sottolinea di essere preoccupato per la frequenza dei problemi cerebrali, poiché molti dei suoi partecipanti allo studio hanno anche problemi cognitivi dopo l’infezione, indipendentemente dall’età.
Lo specialista non è sicuro se l’infezione possa influenzare l’insorgenza del morbo di Alzheimer in futuro, o se le persone con sintomi gravi abbiano anche maggiori probabilità geneticamente di sviluppare il morbo di Alzheimer. Di fronte a tanti dubbi, l’Associazione Alzheimer sostiene la ricerca in tutto il mondo, sperando di accelerare la comprensione di qualsiasi legame tra Covid-19 e problemi cerebrali.