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Le persone che hanno più di cinque sintomi nella prima settimana di infezione da coronavirus hanno un rischio maggiore di sviluppare il Long Covid. È stato osservato, infatti, che il SARS-CoV-2 può causare sintomi persistenti, anche nei giovani adulti e nelle persone con poca o nessuna storia di salute cronica e che non sono state ricoverate in ospedale.

Uno studio francese ha anche mostrato che il 60% dei pazienti ricoverati presenta ancora almeno un sintomo di Covid-19 sei mesi dopo l’infezione. Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of the Royal Society of Medicine, mostra un legame tra il numero dei sintomi e la durata della malattia.

 

Lo studio

Nella loro analisi, i ricercatori dell’Università di Birmingham, nel Regno Unito, hanno elencato i dieci sintomi più comuni del Long Covid:
– stanchezza;
– fiato corto;
– dolore muscolare;
– tosse ;
– mal di testa;
– dolori articolari;
– dolore al petto;
– odore alterato (o anosmia);
– diarrea;
– alterazione del gusto (o disgeusia).

Secondo i risultati della ricerca, i pazienti con cinque o più di questi sintomi nella prima settimana di infezione da coronavirus hanno maggiori probabilità di sviluppare il Long Covid in seguito, indipendentemente dall’età o dal sesso.

In particolare, i ricercatori hanno identificato due tipi di Long Covid. Un primo gruppo ha presentato affaticamento, cefalea e disturbi del tratto respiratorio superiore mentre il secondo gruppo ha riportato sintomi come febbre continua e disturbi gastroenterologi. Questa analisi rivela anche che i pazienti con Covid lungo si sentono ancora male o si trovano in uno stato clinico più degradato 8 settimane dopo.

La ricerca chiede una migliore comprensione del Long Covid, per diagnosticarlo in modo più sistematico nelle persone con molti sintomi e per seguire questi pazienti in modo più personalizzato per limitare l’impatto della malattia sulla loro vita quotidiana e impedire loro di “soffrire in silenzio”.