
Alcuni utenti di Facebook negli Stati Uniti stanno ricevendo un messaggio nel quale gli si chiede se sono preoccupati che qualcuno di loro conoscenza possa diventare un estremista. Altri vengono informati che potrebbero essere stati esposti a contenuti estremisti.
Fa tutto parte di un test che il social media sta eseguendo e che deriva dalla sua Redirect Initiative, che mira a combattere l’estremismo violento, ha spiegato Andy Stone, un portavoce di Facebook, a seguito degli avvisi emersi sui social media giovedì. “Questo test fa parte del nostro lavoro più ampio per valutare i modi per fornire risorse e supporto alle persone su Facebook che potrebbero essere state coinvolte o essere state esposte a contenuti estremisti, o potrebbero conoscere qualcuno che è a rischio“, ha detto Stone.
Uno degli avvisi, il cui screenshot ha fatto il giro dei social media giovedì, chiede agli utenti: “Sei preoccupato che qualcuno che conosci stia diventando un estremista?” e ancora
“Ci teniamo a prevenire l’estremismo su Facebook“. “Altri nella tua situazione hanno ricevuto supporto confidenziale“, si chiude.
L’avviso reindirizza quindi l’utente a una pagina di supporto
“I gruppi violenti cercano di manipolare la tua rabbia e la tua delusione“, si legge in un altro avviso. “Puoi agire ora per proteggere te stesso e gli altri“. Tale avviso reindirizza anche l’utente a una pagina di supporto. Se non fosse noto a molti che l’assistenza Facebook lascia molto a desiderare. Infatti, spesso, richiedendo aiuto e supporto nella risoluzione dei problemi, la risposta più frequente è il silenzio o la scusa di un minor numero di moderatori a disposizione causa Covid.
Stone, il portavoce di Facebook, ha affermato che la società sta indirizzando gli utenti verso una varietà di risorse, tra cui Life After Hate, un gruppo di difesa che aiuta le persone a lasciare i movimenti violenti di estrema destra.
Negli ultimi anni, Facebook è stato oggetto di un attento esame da parte della critica per non aver intrapreso azioni sufficienti per ridurre i contenuti estremisti sulla sua piattaforma. La società ha anche ripetutamente promesso di fare meglio per fermare il flusso di disinformazione e teorie cospirative.
Il consiglio di sorveglianza indipendente di Facebook ha persino esortato la società a maggio a indagare sul ruolo svolto dalla sua piattaforma nell’insurrezione del 6 gennaio.