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Gli studi clinici prima dell’approvazione di emergenza e i programmi di vaccinazione di massa contro il COVID-19 hanno dimostrato che i destinatari del vaccino possono manifestare sintomi dopo l’iniezione. Ed è cosa ormai ben nota. Tuttavia, altri due fattori, oltre alla risposta immunitaria stimolata dal vaccino, possono contribuire a questo dato di fatto: l’effetto nocebo e l’isteria di massa.

 

La preoccupazione per gli effetti collaterali del vaccino rimane latente

Gli effetti collaterali dei vaccini COVID-19 finora distribuiti non sono stati finora oscurati da altre notizie. I casi di trombosi rilevati tra i destinatari del vaccino AstraZeneca  hanno innescato paura e rifiuto del farmaco, ancor prima che le autorità sanitarie indagassero bene i precedenti.

La preoccupazione è comprensibile poiché conosciamo bene le conseguenze letali che possono avere gli episodi di coagulazione del sangue. La trombosi è un pericolo da evitare, sebbene anche molti fattori degli stili di vita abbiano un ruolo, ma suscitino meno allarme nella popolazione.

Tuttavia, c’è una spiegazione molto logica che ci invita a rivedere alcuni aspetti del sistema immunitario: il ruolo dei vaccini e l’effetto nocebo.

 

Perché i vaccini possono causare effetti collaterali?

In generale, i vaccini svolgono la funzione di introdurre il virus inattivato o un suo frammento nel corpo in modo che il sistema immunitario lo rilevi e generi anticorpi per combatterlo. Il processo potrebbe essere paragonato a un’infezione, ma senza i rischi che di solito comporta. Inoltre, la risposta immunitaria è molto più forte e duratura, il che garantisce una protezione contro il patogeno per lungo tempo.

Questa reazione può generare sintomi, come quelli che di solito sperimentiamo quando veniamo infettati da un microbo: dolore, stanchezza e febbre. E va ricordato che la febbre, considerata benigna, è un chiaro segno che il nostro corpo sta lavorando per risolvere il problema.

Ma come abbiamo accennato all’inizio, altri fattori potrebbero fare la loro parte nella miniera d’oro degli effetti collaterali che sperimentano le persone vaccinate. L’effetto nocebo è uno di questi, il fratello gemello malvagio dell’effetto placebo di cui si è parlato così tanto negli studi sul vaccino COVID-19.

 

Effetto nocebo, il gemello malvagio del placebo

In presenza dell’effetto placebo, è noto, ci troviamo di fronte a sostanze innocue e senza alcun effetto che vengono utilizzate per confrontare l’effetto di un farmaco che si sta testando. In generale, le persone non sanno di non ricevere il farmaco in questione.

Per quanto incredibile possa sembrare, le persone che lo ricevono, di solito classificate come individui o gruppi di controllo, possono trarre vantaggio dai farmaci che i ricercatori hanno somministrato ai soggetti sperimentali. Ciò è stato attribuito alla prontezza mentale o all’ottimismo associati al pensiero di ricevere un trattamento o un vaccino.

Ma esiste una versione antagonista, chiamata effetto nocebo appunto. In questo caso la predisposizione mentale o la scarsa fiducia nel farmaco porta a sintomi negativi dopo la sua ricezione. È probabile che diversi esempi dell’effetto nocebo si siano sviluppati da quando è iniziata la distribuzione dei vaccini anti-COVID-19, a causa dell’estesa esposizione alle informazioni, spesso negative. E si tratta di effetto osservato anche durante gli studi clinici, tra le persone che hanno ricevuto il placebo e non il vaccino stesso.

 

Anche le persone che hanno ricevuto placebo durante gli studi clinici hanno riportato effetti collaterali

Nello studio clinico Pfizer-BioNtech, l’84% dei partecipanti ha avvertito dolore o prurito al sito di iniezione entro la settimana dopo l’assunzione di una dose; il 63% ha anche sperimentato stanchezza, mentre il 55% ha riferito di avere avuto mal di testa. Tutti questi sintomi sono considerati normali.

Ma circa un terzo delle persone che hanno ricevuto il placebo (una soluzione salina) ha riferito di aver sofferto di stanchezza o mal di testa. Inoltre, circa il 12% ha manifestato diarrea dopo la prima iniezione, una percentuale superiore a quella osservata nel gruppo vaccinato.

Considerando questi dati, il vaccino o il placebo non erano necessariamente responsabili dello svilupparsi di questi sintomi, che possono fare la loro comparsa per altri motivi. E questo potrebbe anche essere un ottimo esempio dell’effetto nocebo, stimolato dall’isteria di massa stimolata dai media durante lo sviluppo del vaccino.

I nostri pensieri hanno molto peso in ciò che accade nella nostra vita e, in effetti, diversi studi collegano la salute mentale con la salute fisica. Gli effetti placebo e nocebo possono essere un buon esempio.