Marte, alluvioni, laghi, acqua su marte

Gli astronomi erano già al corrente che su Marte nel Cratere Gale, dove ora si trova il rover Curiosity della NASA, qualche miliardo di anni fa vi era un lago, od una serie di laghi. Quello che non sapevano, fino alle nuove prove fornite da Curiosity, è che questa regione fu investita da mega inondazioni.

 

L’acqua su Marte, i laghi del cratere Gale

Curiosity si trova nel Cratere Gale dal 2012 e quasi subito confermò che al suo interno, alcuni miliardi di anni fa, si trovava un lago, od una serie di laghi e ruscelli. Ma lo scorso 18 novembre 2020, gli scienziati hanno annunciato nuove importantissime scoperte basate su un’analisi dei dati di Curiosity.

Il rover NASA ha fornito altri fondamentali dettagli sul passato del Cratere Gale che costituiscono un’ulteriore prova che un tempo Marte era un ambiente più umido e molto più abitabile di quanto non sia oggi.

Si tratta di una prova di mega inondazioni che hanno attraversato il cratere con una potenza incredibile, lasciando dietro di sé increspature tali da poter essere visibili ancora oggi. Probabilmente la causa di queste imponenti e devastanti inondazioni, fu l’impatto di un meteorite.

Un team di ricercatori della Cornell University, della Jackson State University, del Jet Propulsion Laboratory e dell’Università delle Hawaii, hanno infatti affermato che il calore dell’impatto di un meteorite probabilmente ha creato queste mega inondazioni, sciogliendo il ghiaccio sulla superficie marziana.

Il coautore dello studio, Alberto G. Fairén, ha dichiarato che le mega inondazioni sono state rilevate per la prima volta “utilizzando dati sedimentologici dettagliati osservati dal rover Curiosity. I depositi lasciati dalle mega inondazioni non erano stati precedentemente identificati con i dati dell’orbiter”.

 

I megaripples, le tracce delle mega inondazioni su Marte

Quello che Curiosity ha scoperto, sono delle gigantesche formazioni ad onda negli strati sedimentari del Gale Crater. Queste formazioni sono chiamate megaripples. In sedimentologia si definiscono ripple marks o ripples delle particolari strutture sedimentarie derivate dall’azione di trazione delle particelle di sedimento sul fondale, esercitata da correnti unidirezionali o dalle oscillazioni del moto ondoso.

Si tratta di increspature cicliche che si formano sulla superficie del sedimento ancora non solido, orientate in posizione perpendicolare alla direzione della corrente che li genera, in cui si riconoscono creste e depressioni la cui lunghezza d’onda può variare da 2-3 centimetri fino a 0,20 / 0,30 metri nel caso dei megaripples.

Ma le megaripples di Marte sono davvero molto più impressionanti. Alte circa 9 metri e distanziate di circa 140 metri, sono la prova di inondazioni di proporzioni mastodontiche, avvenute sul fondo del cratere circa 4 miliardi di anni fa. Il loro aspetto è sorprendentemente simile alle caratteristiche osservate sulla Terra che furono create dallo scioglimento del ghiaccio circa 2 milioni di anni fa.

 

L’impatto con il meteorite e le sue enormi conseguenze

Secondo i ricercatori infatti il probabile impatto a causa di questi eventi, non solo avrebbe sciolto il ghiaccio, ma ha anche rilasciato anidride carbonica e metano, sino ad allora congelati e intrappolati sotto la superficie.

Questa combinazione ha generato condizioni più calde e umide per un breve periodo di tempo, con una conseguente condensazione nell’atmosfera che ha portato alla formazione di nuvole di vapore acqueo simili a quelle che si formano sulla Terra. E da quelle nuvole caddero piogge torrenziali su gran parte della superficie di Marte.

Nel Cratere Gale inoltre, l’acqua piovana si combinò con l’acqua che scendeva dalle pendici del Monte Sharp, la grande montagna al centro del cratere. Questo enorme afflusso di acqua, hanno portato ad enormi alluvioni improvvisi che hanno creato le megaripples che Curiosity ci ha mostrato.

Gli indizi geologici del passato, rivelano dunque un ambiente nel Cratere Gale molto diverso da quello che osserviamo oggi. Con gigantesche inondazioni, laghi e ruscelli, questo luogo era un tempo certamente abitabile, almeno per la vita microbica.

Ph. Credit: riproduzioni artistiche dei crateri e dei laghi di Marte di Kevin M. Gill