A prima vista, la dieta paleo può sembrare ideale per gli amanti della carne. Questo particolare regime alimentare è noto anche come dieta del cavernicolo, perché presuppone l’assunzione di cibi presenti in natura ai tempi dei nostri antenati preistorici. Parliamo di alimenti che si possono cacciare e raccogliere come carne, verdure e noci. Questa dieta esclude invece cibi come i latticini e i cereali, che l’uomo ha iniziato a mangiare dopo l’avvento dell’agricoltura e della produzione industriale.
Dieta paleo: funzionamento e controindicazioni
Tuttavia, i carnivori debbono prestare attenzione. I dietisti sostengono che il fatto che la dieta includa bistecca e uova non implica un eccessivo consumo quotidiano di carne. Il termine dieta paleo è stato coniato da Loren Cordain nel suo libro dietetico del 2002, “The Paleo Diet”. Questo regime alimentare si basa sulla teoria della nutrizione paleolitica, che afferma che numerose malattie croniche (come il cancro e problemi cardiaci) si sono diffuse dopo l’avvento dell’agricoltura e la rivoluzione industriale, secondo prove antropologiche raccolte dagli studiosi.
A tal proposito, la questione è più che mai controversa. Mentre alcuni studi dimostrano che la dieta paleo permette di ottenere diversi vantaggi per la salute, i ricercatori dicono che le opinioni sono discordanti sul fatto che questi vantaggi siano maggiori rispetto ad altre diete salutari più conosciute. Una ricerca del 2015 pubblicata su The American Journal of Clinical Nutrition ha rivelato che, da alcuni studi che hanno confrontato la dieta paleo con diete che includono latticini, legumi e cereali, emerge che le persone che seguivano una dieta paleo perdevano una maggior quantità di peso, tolleravano meglio il glucosio, presentavano un livello minore di trigliceridi e avevano un maggior controllo della pressione arteriosa e dell’appetito.
Le ricerche mostrano dati contrastanti
Deirdre K. Tobias, ScD, epidemiologa associata al Brigham and Women’s Hospital e assistente alla Harvard Medical School e alla Harvard T.H. Chan School of Public Health, chiarisce che la vicenda si complica se si analizzano nel dettaglio le evidenze scientifiche. Le diete a base di legumi e cereali (i cosiddetti gruppi di “controllo”) erano piuttosto ricche di alimenti elaborati, la totalità dei quali conteneva dei fattori di rischio per malattie metaboliche; questa constatazione rende difficile affermare con certezza che i benefici riscontrati dipendessero davvero dalla dieta paleo. La dottoressa Tobias ipotizza piuttosto che tali benefici derivassero dall’eliminazione degli alimenti elaborati e dall’aumento dell’assunzione di frutta e verdura, aggiungendo che, a causa delle numerose variazioni del regime alimentare, non è possibile attribuire con certezza i risultati positivi a un determinato modello di comportamento.
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