Uno degli esempi più noti di Pareidolia è quando vediamo delle nuvole e le associamo in modo diretto a qualcos’altro, come un cane o una casa. Un altro esempio è quando stiamo camminando per un bosco e continuiamo a vedere volti umani sui trovi. Si tratta sempre dello stesso fenomeno psicologico che induce le persone a vedere degli schemi o dei modelli precisi tramite uno stimolo casuale.
Questo fenomeno ha di per sé affascinato molti psicologici evoluzionisti i quali hanno provato a dare una risposta al perché esiste. Secondo alcuni, la Pareidolia era utile ai nostri antenati, li aiutava a sopravvivere.
Le parole di Carl Sagan: “Quei bambini che un milione di anni fa non erano in grado di riconoscere un volto sorridendo, avevano meno probabilità di conquistare il cuore dei loro genitori e meno probabilità di prosperare.”
Pareidolia e perché esiste
Per altri era invece una protezione dai predatori. La sicurezza prima di tutto ed essere così tanto paranoici da vedere un nemico ovunque si guardava gli permetteva di essere sempre sull’attenti e pronti a rispondere a un attacco da parte di un’altra persona o di un’animale pericoloso.
Christopher French, esperto psicologo presso la British Psychological Society: “Un classico esempio è il ragazzo dell’Età della Pietra che sta lì, che si gratta la barba, chiedendosi se quel fruscio tra i cespugli sia davvero una tigre dai denti a sciabola. Hai molte più probabilità di sopravvivere se pensi che si tratti di una tigre dai denti a sciabola e se ne vada fuori di lì, altrimenti potresti finire per pranzare.”