Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di 16 uomini alla stimolazione elettrica transcranica durante il sonno. I partecipanti hanno dovuto effettuare due diversi esercizi di memoria – associativa e motoria – prima di andare a letto. Il primo giorno dei due dei quali si articolava l’esperimento, e dopo che i volontari erano addormentati, è stata registrata l”attività elettrica con elettroencefalogramma del cervello ed è stata applicata la stimolazione quando è apparso un tipo di onde chiamate “fusi del sonno o ritmi Sigma”, considerati coinvolti nel processo di stoccaggio e consolidamento della memoria. Il secondo giorno è stato utilizzato il placebo.
 
Il risultato è stato che, mentre nella memoria associativa non sembrano esserci differenze tra il reale e l’immaginario della stimolazione, nella memoria motoria si esercitano i risultati che in un giorno hanno ricevuto il flusso. Una volta confermata l’efficacia della corrente elettrica durante il sonno, gli autori hanno progettato uno studio per valutare questa tecnica nelle persone che vengono alterate da queste onde, come ad esempio i pazienti con il morbo di Alzheimer, l’autismo, la depressione cronica o la schizofrenia.