
Sembra una scena tratta da Star Wars, ma è realtà: un buco nero supermassiccio ha colpito una galassia vicina con un raggio di radiazione ad alta energia, bloccando la formazione di nuove stelle. È la prima volta nella storia dell’astronomia che un evento simile viene osservato direttamente, e segna una svolta nella comprensione delle dinamiche tra quasar e galassie.
Lo studio, pubblicato questo mese sulla rivista Nature, è stato guidato da Sergei Balashev, dell’Istituto Ioffe in Russia, in collaborazione con Pascal Noterdaeme e altri ricercatori europei. I dati sono stati raccolti grazie al telescopio ALMA dell’ESO, tra i più avanzati al mondo.
Cosa è successo: il quasar che ferisce una galassia
Al centro dello scontro c’è un quasar, ovvero un buco nero supermassiccio in fase di accrescimento che brilla di luce propria grazie al materiale che inghiotte. In questo caso, il quasar si muoveva a circa 500 km al secondo attraverso l’universo, mentre la sua radiazione colpiva una galassia normale situata poco distante.
Il fascio di energia ha traversato le nubi di gas e polvere della galassia colpita, le stesse da cui nascono le stelle. Il risultato? Formazione stellare bloccata e nubi danneggiate irreversibilmente.
“Per la prima volta vediamo gli effetti diretti della radiazione di un quasar sulla struttura interna del gas di una galassia vicina”, spiega Balashev.
Uno scontro raro, ma fondamentale per l’evoluzione dell’universo
Gli scienziati parlano di un vero e proprio “scontro cosmico”, un evento potentissimo che getta luce su uno dei grandi misteri dell’evoluzione galattica: il ruolo dei quasar nella regolazione della formazione stellare e nella crescita dei buchi neri centrali.
L’energia emessa dai quasar può agire come meccanismo di feedback: da un lato alimenta il buco nero, dall’altro interrompe o stimola i processi di nascita stellare nella galassia ospite e in quelle vicine.
Una ferita, ma anche un nuovo inizio?
Nonostante i danni subiti, gli scienziati non escludono che questa interazione tra le due galassie possa in futuro dare origine a una nuova galassia. È noto infatti che le fusioni e gli scontri galattici possono generare sistemi più grandi e complessi.
“Il telescopio ALMA ci permetterà di approfondire questi eventi e comprendere meglio l’effetto dei quasar non solo sulle loro galassie ospiti, ma anche su quelle con cui interagiscono”, spiegano i ricercatori.
La “guerra delle galassie” è reale
Questo evento straordinario ci ricorda che l’universo è tutt’altro che statico: è un luogo di scontri colossali, trasformazioni violente e rinascite cosmiche. E oggi, grazie alla tecnologia e all’osservazione, siamo testimoni diretti di questi drammi celesti, capaci di cambiare il volto di intere galassie.
Una cosa è certa: la prima “lotta cosmica” osservata segna l’inizio di una nuova era nell’astrofisica.
Foto di Mattia Verga da Pixabay