
C’è chi ha bisogno di almeno 8 ore per sentirsi umano al mattino, e chi – pur dormendo solo 4 ore – si sveglia fresco come una rosa. A lungo considerati delle eccezioni misteriose, oggi sappiamo che questi “super dormienti” potrebbero avere una mutazione genetica molto rara che permette loro di dormire meno senza alcuna conseguenza negativa.
La scoperta del gene SIK3-N783Y
Un team di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze ha identificato una mutazione nel gene SIK3 (variante N783Y) in una persona che dichiarava di sentirsi perfettamente riposata dopo notti brevissime. Per testarne l’effetto, gli scienziati hanno modificato geneticamente dei topi, osservando che anche loro avevano bisogno di meno sonno: dai 30 ai 54 minuti in meno rispetto ai topi normali, anche dopo una deprivazione del sonno.
Cosa rende i “super dormienti” così efficienti?
Le persone con questa mutazione non soffrono degli effetti classici della mancanza di sonno: nessun calo di memoria, nessuna stanchezza cronica, né aumento del rischio di malattie. I loro cicli del sonno sembrano più “efficienti”, capaci di compiere tutte le funzioni essenziali (riparazione cellulare, consolidamento della memoria, eliminazione delle tossine) in molto meno tempo.
Paradossalmente, dormire di più potrebbe peggiorare il loro benessere.
Verso un sonno più breve, ma più profondo?
Questa scoperta apre nuove prospettive. Capire come funziona il sonno ultra-efficiente potrebbe portare, in futuro, allo sviluppo di terapie mirate per disturbi del sonno o soluzioni per ottimizzare il riposo notturno in chi ne ha bisogno.
Finora sono stati individuati almeno cinque geni legati al sonno breve naturale, ma SIK3 è uno dei candidati più promettenti per la ricerca scientifica. I risultati, pubblicati su PNAS, potrebbero segnare un passo decisivo verso un nuovo modo di concepire il sonno umano.
Foto di ThuyHaBich da Pixabay