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Foto di Arno Mitterbacher da Pixabay

Gli esseri umani hanno perso la capacità di muovere volontariamente le orecchie circa 25 milioni di anni fa. Tuttavia, una recente ricerca ha rivelato che il nostro cervello conserva ancora circuiti neurali legati a questa abilità ancestrale. Questo fenomeno è stato definito un “fossile neurale”, suggerendo che il nostro corpo conserva tracce di funzioni ormai inutilizzate.

Un’abilità perduta nel tempo: Le orecchie e l’orientamento del suono

In molti animali, il movimento delle orecchie è fondamentale per individuare l’origine dei suoni e focalizzare l’attenzione. Nei cani, nei gatti e in molte altre specie, le orecchie si orientano automaticamente verso una fonte sonora. Sebbene l’orecchio umano sia statico, alcuni muscoli intorno ad esso si attivano involontariamente quando ascoltiamo con maggiore attenzione.

L’esperimento scientifico

Un team di ricercatori dell’Università del Saarland in Germania ha condotto un esperimento su 20 adulti senza problemi di udito. I partecipanti hanno ascoltato un audiolibro mentre, in sottofondo, veniva trasmesso un podcast con livelli di difficoltà crescente. Durante l’esperimento, gli scienziati hanno utilizzato elettrodi per misurare l’attività elettrica dei muscoli auricolari.

I risultati hanno mostrato che:

  • Maggiore è la difficoltà nell’ascolto, maggiore è l’attivazione dei muscoli auricolari.
  • I muscoli auricolari posteriori rispondono ai suoni provenienti da dietro il soggetto.
  • Anche chi non è capace di muovere volontariamente le orecchie mostra un’attivazione involontaria di questi muscoli.

Un sistema vestigiale ancora attivo

I ricercatori suggeriscono che questi movimenti impercettibili siano un retaggio del nostro passato evolutivo. Sebbene non ci sia alcun beneficio pratico evidente, il nostro cervello continua a tentare di attivare una funzione ormai superflua.

Questo studio dimostra come alcune caratteristiche del nostro corpo, anche se inutilizzate, continuino a persistere nel tempo. Potrebbe essere possibile, con un allenamento adeguato, riattivare questa funzione? Per ora, il nostro cervello continua a “fare del suo meglio” con quello che gli è rimasto!