alghe marine
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Con l’invecchiamento della popolazione, il morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, sta diventando una delle principali preoccupazioni della salute pubblica. Il Parkinson è caratterizzato dalla progressiva perdita di neuroni che producono dopamina, un neurotrasmettitore cruciale per il controllo motorio e le funzioni cognitive. Attualmente, le opzioni terapeutiche disponibili si concentrano principalmente sul trattamento dei sintomi, mentre soluzioni preventive e curative sono ancora oggetto di ricerca.

Un recente studio condotto dalla professoressa Akiko Kojima-Yuasa presso la Graduate School of Human Life and Ecology dell’Università Metropolitana di Osaka in Giappone ha aperto una nuova e promettente strada nella prevenzione del Parkinson, focalizzandosi sulle alghe marine Ecklonia cava. Questo tipo di alga, ricca di polifenoli con potenti proprietà antiossidanti, potrebbe essere la chiave per sviluppare nuovi approcci preventivi contro la malattia.

 

Lo Studio: Un Approfondimento sugli Antiossidanti delle Alghe

I ricercatori hanno esaminato l’effetto dei polifenoli estratti da Ecklonia cava su modelli animali affetti da Parkinson. Due gruppi di cavie sono stati sottoposti a test di funzionalità motoria. Al primo gruppo è stato somministrato un trattamento giornaliero con antiossidanti dell’alga, mentre al secondo gruppo è stato somministrato lo stesso trattamento in combinazione con rotenone, una sostanza nota per indurre sintomi simili a quelli del Parkinson.

I risultati sono stati sorprendenti: nel gruppo trattato con rotenone, la funzione motoria compromessa è stata completamente ripristinata grazie agli antiossidanti di Ecklonia cava. Inoltre, è stato osservato un miglioramento della funzione intestinale e della struttura della mucosa del colon, suggerendo benefici sistemici oltre al potenziale neuroprotettivo.

Meccanismo d’Azione: L’Attivazione dell’AMPK

Gli studi cellulari hanno confermato che i polifenoli di Ecklonia cava svolgono un ruolo cruciale nell’attivazione dell’enzima AMPK (proteina chinasi attivata dall’adenosina monofosfato), un sensore energetico intracellulare che aiuta a proteggere le cellule neuronali dallo stress ossidativo. In particolare, l’attivazione dell’AMPK inibisce la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), molecole che possono causare danni significativi alle cellule e sono implicate nella progressione del Parkinson.

Questo meccanismo suggerisce che l’assunzione regolare di antiossidanti derivati dalle alghe potrebbe contribuire a ridurre il rischio di sviluppo del Parkinson o rallentarne la progressione, offrendo un approccio preventivo che potrebbe integrarsi con altre strategie terapeutiche.

 

Implicazioni Future

La ricerca di Kojima-Yuasa è stata recentemente pubblicata sulla rivista Nutrients e apre nuove prospettive nel campo della prevenzione del morbo di Parkinson. Sebbene siano necessari ulteriori studi clinici per confermare questi risultati negli esseri umani, i polifenoli di Ecklonia cava rappresentano una promessa concreta per lo sviluppo di integratori alimentari o farmaci destinati a combattere questa devastante malattia neurodegenerativa.

In un contesto in cui l’incidenza del Parkinson è in aumento, soprattutto tra le popolazioni più anziane, la scoperta di un potenziale trattamento preventivo basato su un ingrediente naturale come le alghe marine potrebbe rivoluzionare l’approccio alla malattia, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti a rischio.