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Foto di Mikesh Kaos su Unsplash

Il morbo di Parkinson è una malattia neurologica progressiva che colpisce principalmente il movimento, causata dalla degenerazione e dalla morte delle cellule nervose nella substantia nigra, una regione del cervello responsabile della produzione di dopamina. La riduzione della dopamina porta ai sintomi caratteristici della malattia, come tremori, rigidità muscolare e lentezza nei movimenti.

 

Studio dell’Università di Turku

Recenti ricerche condotte dall’Università di Turku in Finlandia hanno esplorato l’effetto del consumo di caffè sui pazienti affetti da Parkinson. Pubblicato su Annals of Neurology il mese scorso, lo studio ha coinvolto 163 persone con Parkinson in stadio iniziale e 40 controlli sani. Dopo un follow-up di sei anni, i ricercatori hanno osservato i livelli di dopamina e l’assunzione di caffè.

Risultati della Ricerca

I risultati hanno mostrato che i pazienti che consumavano tre o più tazze di caffè al giorno avevano una riduzione dell’8% al 15% del legame del trasportatore della dopamina rispetto a quelli che bevevano meno caffè. Questo indica una diminuzione della dopamina nei consumatori di caffè.

Tuttavia, non sono stati trovati segni di una funzione riparatrice della caffeina o di un miglioramento dei sintomi nei pazienti già diagnosticati con il Parkinson. Secondo Valtteri Kaasinen, neurologo e autore principale dello studio, “sebbene la caffeina possa avere alcuni benefici nel ridurre il rischio di malattia di Parkinson, il nostro studio suggerisce che un’elevata assunzione di caffeina non ha alcun beneficio sul sistema dopaminergico nei pazienti già diagnosticati“.

 

Implicazioni e Considerazioni

1. Assenza di Miglioramento dei Sintomi:
– Nonostante la riduzione del legame del trasportatore della dopamina, un’elevata assunzione di caffeina non ha comportato un miglioramento dei sintomi della malattia, come la funzione motoria.

2. Disregolazione della Dopamina:
– La disregolazione osservata nei bevitori di caffè potrebbe essere un effetto riequilibrante simile a quello che si verifica nel cervello delle persone sane. Tuttavia, l’impatto specifico sui pazienti affetti da Parkinson non sembra portare benefici terapeutici significativi.

3. Impatto sui Test di Imaging:
– Bere caffè poco prima dei test di imaging del trasportatore della dopamina può influenzare i risultati, complicando l’interpretazione dei dati.

4. Contributo alla Comprensione della Malattia:
– Lo studio aggiunge nuove prove alla comprensione della relazione tra dopamina e Parkinson, avvicinandoci a una conoscenza più completa della malattia e delle possibili strategie per combatterla.

Sebbene il caffè e la caffeina abbiano mostrato alcuni effetti interessanti sui livelli di dopamina nei pazienti con Parkinson, i benefici terapeutici per coloro che sono già affetti dalla malattia sembrano limitati. La ricerca continua a fornire informazioni preziose, ma ulteriori studi sono necessari per comprendere pienamente l’interazione tra consumo di caffè e malattia di Parkinson e per sviluppare trattamenti più efficaci.