
Una nuova ricerca ha evidenziato che gli alimenti ultra-processati possono essere altrettanto dannosi quanto il tabacco e l’alcol, contribuendo alla dipendenza in milioni di persone in tutto il mondo. Lo studio, pubblicato su The BMJ e condotto in 36 paesi, ha rivelato che il 14% della popolazione adulta e il 12% dei bambini sono molto dipendenti da questi alimenti.
Gli alimenti ultra-processati includono cibi altamente trasformati e privi di valore nutrizionale, come gelati, patatine fritte e bibite analcoliche. Questi alimenti spesso contengono carboidrati o grassi raffinati che possono innescare una risposta simile a quella osservata con sostanze altamente dipendenti come la nicotina e l’alcol, causando livelli elevati di dopamina extracellulare nel cervello.
In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, gli alimenti ultra-processati costituiscono più della metà della dieta quotidiana. Questa dipendenza da cibi altamente trasformati è associata a meccanismi biopsicologici di dipendenza e a problemi clinicamente significativi, tra cui l’obesità e il disturbo da alimentazione incontrollata.
Gli esperti hanno paragonato questa dipendenza a quella da tabacco e alcol, sottolineando la necessità di rivedere le politiche alimentari e promuovere la consapevolezza su questi prodotti. Il cambiamento del paradigma riguardo alle politiche alimentari potrebbe contribuire a migliorare la salute globale.
La dipendenza da alimenti ultra-processati è caratterizzata da voglie intense, compulsioni, difficoltà nel controllo dell’assunzione, uso continuato nonostante le conseguenze negative sulla salute. Questa ricerca evidenzia l’importanza di affrontare la dipendenza da questi alimenti e di promuovere una dieta equilibrata e nutriente per prevenire gravi problemi di salute legati all’alimentazione.